La dottoressa Carmen Montanaro, che dirige il servizio Igiene e Prevenzione, non usa il termine ‘no vax’. Preferisce pensare a genitori «diffidenti, esitanti. Hanno bisogno di essere convinti». Sono poco più di 20 (25 al massimo) i bimbi che frequentano le scuole dell’obbligo e non hanno adempiuto all’obbligo vaccinale. E che quindi, se vanno all’asilo, da stamattina rischiano di restare a casa, fuori dalla classe finché non avranno effettuato i vaccini. È un numero complessivo e indicativo perché, spiega la dirigente dell’Asrem, ieri tre mamme hanno contattato i centri chiedendo di potersi recare subito a sanare la situazione e quindi a fare la vaccinazione ai figli. Lei stessa ha eseguito di persona una immunizzazioni. «Non li chiamo no vax perché spero ancora di recuperarli», aggiunge. Mamme e papà hanno tutti gli strumenti per capire i pro e i contro dei vaccini, oggi. «È pericoloso però quando ci si affida a informazioni, reperite magari su siti internet, che non hanno basi scientifiche. Noi abbiamo messo a disposizione i nostri uffici, c’è un medico per ogni centro vaccinale che fornisce le informazioni alle famiglie». Oltre a una componente etica, l’obbligo vaccinale esteso da una legge dell’ex ministro Lorenzin, impone una gestione sistematica delle proprie banche dati alle Asl e alle scuole. Partendo dall’anagrafe vaccinale informatizzata, la Regione Molise ha realizzato un applicativo più performante: un cruscotto vaccinale a cui potranno accedere i dirigenti degli istituti per verificare la situazione dei loro iscritti. Sul Corriere della Sera di ieri alcuni dati sulle vaccinazioni: dal 2017 al 2018 è scesa la percentuale per l’esavalente in Molise (dal 97,2 al 96%) ma resta sopra la soglia di sicurezza pari al 95%. È salita al 92% invece quella per la trivalente (morbillo, parotite e rosolia). Nel 2017 era del 90,48%.

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