L’Irccs Neuromed si conferma tra i principali punti di riferimento per la ricerca “traslazionale”, quella che dai laboratori può raggiungere rapidamente i pazienti per migliorare prevenzione, diagnosi e cura. Sono infatti ben otto i progetti selezionati dal ministero della Salute, per un totale di oltre 2,6 milioni di euro di finanziamento.
Le proposte del Neuromed hanno superato una fase di selezione, che ha visto revisori scientifici italiani e internazionali analizzare nel dettaglio i 197 progetti presentati dalle strutture del Sistema sanitario nazionale. Con otto progetti scelti, l’Istituto molisano raggiunge un risultato molto prestigioso, a conferma dell’alto livello delle ricerche scientifiche che vi vengono condotte.
Tre dei progetti premiano specificamente giovani ricercatori, di età inferiore ai quaranta anni.
Quello presentato da Albino Carrizzo, del laboratorio di Fisiopatologia Vascolare, punta a valutare gli effetti che alcune mutazioni genetiche di un particolare enzima (Mthfr) possono avere sull’aumento di rischio di patologie cardio e cerebro-vascolari.
Serena Notartomaso, del laboratorio di Neurofarmacologia, esplora invece un altro campo molto promettente della medicina: l’optofarmacologia (farmaci che possono essere attivati dalla luce). Il suo studio riguarderà la possibilità di intervenire sul dolore cronico attraverso l’azione su un particolare tipo di recettori presenti sulle cellule nervose, gli mGlu5.
Sull’interazione tra genetica e ambiente nel determinare il rischio di malattie cardio e cerebro-vascolari si concentra la proposta di Benedetta Izzi, del dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione. Le abitudini di vita, l’alimentazione, l’attività fisica, possono modificare il modo in cui il nostro codice genetico esprime le sue informazioni. Aumentare le conoscenze in questo campo significherà identificare nuove strade di prevenzione.
Gli altri cinque progetti finanziati dal ministero della Salute appartengono alla categoria “Ricerca finalizzata”.
Guidato da Diego Centonze, responsabile dell’Unità di Neurologia, uno dei progetti esplorerà il fenomeno della sinaptopatia, un processo fortemente implicato nella sclerosi multipla. L’attenzione sarà particolarmente rivolta ai meccanismi che originano la sinaptopatia e alle possibilità di intervenire con terapie innovative e maggiormente personalizzate.
La ricerca presentata da Cristina Limatola, dell’Unità di Neurobiologia e dei Disturbi del Movimento, punta a “riprogrammare” le cellule del sistema immunitario in modo da combattere il glioma, una delle più temibili forme di cancro del sistema nervoso centrale.
La demenza di origine vascolare, un grave problema clinico che può essere causato dall’ipertensione, è poi l’obiettivo del progetto guidato da Giuseppe Lembo, responsabile del dipartimento di Angio-Cardio-Neurologia. L’obiettivo è usare una particolare sequenza di risonanza magnetica (trattografia) per individuare le alterazioni a carico del sistema nervoso prima che compaiano segni clinici. Ciò permetterebbe un intervento precoce sui pazienti ipertesi.
Sotto la guida di Giovanni de Gaetano, responsabile del dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione, un progetto punterà a chiarire gli effetti che il consumo di alcol ha sulla salute. Il bilanciamento tra l’azione protettiva verso diverse patologie di un consumo moderato di alcol e i potenziali effetti negativi sono infatti una questione cruciale nelle strategie di prevenzione su vasta scala.
Infine, il progetto avanzato da Ferdinando Nicoletti, responsabile del laboratorio di Neurofarmacologia, si concentrerà sulla malattia di Parkinson, con una ricerca che punta a chiarire la possibilità di intervenire farmacologicamente su specifici recettori presenti sulla membrana dei neuroni (mGlu3) per contrastare quella grave patologia.
«Riuscire ad affermarsi in questo modo – afferma Fabio Sebastiano, consigliere delegato alla ricerca – in una gara che ha visto quasi duecento progetti presentati dalle strutture italiane, è un grande risultato per Neuromed. Un risultato che vede premiate le idee dei nostri ricercatori, sia quelli più affermati che i giovani. Il segno distintivo di una buona ricerca non è solo nei lavori scientifici presentati al mondo, ma anche nella capacità di attrarre fondi. In questa ottica, i progetti che saranno portati avanti hanno tutti una caratteristica fondamentale: sono rivolti ai pazienti. Le idee e le innovazioni che ne scaturiranno potrebbero trasformarsi rapidamente in vantaggi concreti per i malati».

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