Se c’è qualcuno interessato, o se oltre ad essere una misura eccezionale che ha fatto parlare il Paese si rivelerà un buco nell’acqua, lo sapremo prestissimo.
Scade martedì il termine per rispondere al primo avviso con cui l’Asrem intende richiamare anche i medici pensionati in servizio per far fronte alla carenza nei reparti. In particolare, il caso prende le mosse dalla richiesta di ‘aiuto’ del direttore della Ginecologia del Cardarelli. Pubblicato sul sito dell’azienda il 19 marzo, l’avviso scade il settimo giorno consecutivo a questa data: il 26.
Autorizzata dal commissario della sanità Angelo Giustini, l’Asrem cerca due ginecologi, anche in quiescenza, per due incarichi libero professionali che avranno una durata utile a reclutare personale a tempo indeterminato (nelle more dei concorsi e sperando che i concorsi che saranno di nuovo banditi non vadano deserti) e comunque di tre mesi. «Il compenso orario lordo omnicomprensivo è determinato in 50 euro comprensivo di qualsivoglia onere (iva, ritenute fiscali, ecc..) e di eventuali spese di trasferta», si legge nell’avviso. L’incarico sarà regolato da contratto per prestazione di lavoro autonomo, quindi senza vincolo di subordinazione. All’atto del conferimento dell’incarico, il professionista dovrà stipulare e presentare all’Asrem una polizza assicurativa per la copertura degli Infortuni e della responsabilità civile verso terzi in relazione all’attività professionale da prestare.
Nel frattempo, con la stessa delibera con cui ha indetto la selezione allargata anche ai camici bianchi in pensione, il direttore generale dell’azienda Sosto ha pure dato mandato all’ufficio risorse umane di indire un nuovo concorso per ginecologi (otto quelli previsti dal piano assunzionale 2019).
La notizia – il Molise richiama in corsia i medici pensionati – è finita su tutti i giornali e in tutti i tg nazionali. L’eco si spiega anche con le dichiarazioni del governatore del Veneto Zaia: pure la sua Azienda Zero ha problemi a reclutare medici a tempo indeterminato. Si augura che la misura dell’Asrem sia «la goccia che fa crollare la diga».
Ma in patria, invece, la decisione è stata presa diversamente. Contrari i sindacati dei medici. Il presidente di Aaroi Emac Molise David Di Lello esprime «aperto dissenso» e spiega che la valutazione fu già rappresentata alla struttura commissariale in un incontro a febbraio.
«Oltre a valutazioni di opportunità nell’affidare a colleghi ormai avanti nell’età incarichi che comportano altissima responsabilità, prontezza di risposte e stress, in specie in condizioni di urgenza-emergenza, il conferimento a medici in pensione di incarichi retribuiti per attività nella pubblica amministrazione – sottolinea – è, altresì, da considerarsi illegittimo. La legge 114/2014 modificando l’articolo 5 comma 9 della legge 135/2012, infatti, fa divieto alle pubbliche amministrazioni di conferire incarichi “a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza” e precisa, quindi, che per i pensionati “incarichi e collaborazioni sono consentiti esclusivamente a titolo gratuito e per una durata non superiore a un anno non prorogabile né rinnovabile presso ciascuna amministrazione”. Il reclutamento di specialisti in pensione prospettato dal commissario, dunque, potrebbe comportare, tra l’altro, problematiche di natura giuridica e di responsabilità a vari livelli e con possibili effetti negativi sulla gestione del rischio clinico. Utile sarebbe, invece, quale possibile soluzione tampone alla carenza di alcune figure di specialisti, la stipula di apposite convenzioni, con le aziende sanitarie delle Regioni vicine per l’utilizzo di colleghi in attività che, inoltre, contribuirebbero – conclude Di Lello – alla condivisione di esperienze e conoscenze con medici ospedalieri molisani».
A Telemolise, ieri, le precisazioni del direttore amministrativo Antonio Forciniti. «È un ulteriore tentativo, per non ridurre l’offerta sul territorio abbiamo pensato di ricorrere al personale in quiescenza», ha detto. Presto nuovi concorsi, ha assicurato. Ma con l’estate dietro l’angolo e quota 100 che assottiglierà ulteriormente l’organico «abbiamo pensato di organizzarci prima».
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