Ha destato scalpore la notizia sintetizzata così: Giustini chiama l’Esercito. Il Molise ha lanciato un sos ai medici militari. Dopo il no arrivato da Roma al richiamo dei pensionati e, di fatto, il no al ricorso a società esterne non restano che gli ufficiali medici delle forze armate. La richiesta d’aiuto è stata estesa anche ai medici dell’Ordine di Malta. L’associazione italiana dei Cavalieri di Malta gestisce, fra l’altro, l’ospedale di San Giovanni Battista alla Magliana. Fa sorridere, ma a salvare la sanità molisana dal baratro potrebbero essere proprio loro: i successori degli ‘Ospitalieri’ che nell’undicesimo secolo aprirono un ospedale a Gerusalemme per assistere i pellegrini.
Ultime ore a disposizione per non chiudere reparti, dunque. Più che un rischio concreto, quasi una realtà. La carenza di medici, spiega il commissario della sanità, «già dal prossimo mercoledì potrebbe portare alla chiusura dei reparti di ortopedia e traumatologia dell’ospedale di Isernia e Termoli e a seguire investire le altre specialità». Una corsa contro il tempo, quella che oggi porterà di nuovo Angelo Giustini al ministero della Salute e poi alla Difesa per monitorare la richiesta di medici militari, «nella speranza di offrire respiro alla situazione soffocante», ammette il generale.
Mancano medici, da mesi: soprattutto ortopedici, ginecologi, anestesisti. Mancano anche gli infermieri. Il blocco del turnover – successivo alla notifica del verbale del tavolo tecnico che ha segnalato 22 milioni di disavanzo per il 2018 – ha fermato le assunzioni degli infermieri che avevano superato la selezione per rientrare in Molise con la mobilità. Forse fresche, che non sarebbero entrate in corsia proprio all’indomani del contratto con l’Asrem (servono i tempi tecnici per il nullaosta della Asl dove lavorano), ma certo lo stop non aiuta. Adesso bisogna aspettate la conversione definitiva del decreto Calabria e la pubblicazione della norma in Gazzetta, il provvedimento cancella il blocco del turnover come conseguenza del deficit. Solo allora il dg dell’azienda sanitaria Sosto potrà procedere alle assunzioni. Tutto questo con l’estate alle porte e il piano ferie in partenza. La situazione, in sintesi, può solo peggiorare.
E il generale della Finanza in congedo, a cui il governo gialloverde ha affidato la gestione del piano di rientro del Molise, non nasconde che sono a rischio i livelli di assistenza, che la regione si trova in «un vortice, che sta mettendo a repentaglio il diritto, costituzionalmente sancito, della tutela della salute come fondamentale diritto dei cittadini».
A parere di Giustini siamo di fronte a «una responsabilità politica tutta regionale, dopo 12 lunghi anni, la relazione dei conti del 2018 ha messo in mostra debiti per 22 milioni. L’inappropriata programmazione sanitaria del passato ha creato, come conseguenza, concorsi deserti e carenza oggettiva di specialisti».
Da due settimane – in coordinamento con il gabinetto del ministero della Salute (il sottosegretario Coletto e la segreteria del ministro Grillo), con il ministero della Difesa e con il supporto del deputato 5s Federico – Giustini ha chiesto per gli ospedali Asrem il supporto dei medici militari in “ausiliaria” da impiegare per almeno 5 mesi. Il tempo necessario a varare il dl Calabria e portare a termine i concorsi, a superare «questo agonico stallo nella governance del servizio sanitario regionale», ancora Giustini. Una richiesta di aiuto che il generale ha portato martedì alla conferenza della commissione nazionale grandi rischi e maxi emergenze e ha ribadito giovedì in un convegno alla Camera dei deputati.
Sempre giovedì alla segreteria del ministero della Difesa ha fatto il punto con il colonnello Antonello Arabia. Il dicastero ha individuato un elenco di 105 camici bianchi che operano nella sanità militare e possono essere selezionati per essere impiegati nella sanità civile. Si tratta di ortopedici (ne sono stati richiesti almeno due per evitare la chiusura del reparto a Termoli, altri due, invece, serviranno ad Isernia), ginecologi, chirurghi e anestesisti. E oggi l’ultima possibilità, si saprà se c’è stata la disponibilità di qualche medico a venire in Molise e se ci sono le condizioni.
L’appello di Giustini è arrivato sulla stampa nazionale, ieri se ne è occupato anche Quotidiano Sanità. Insieme alla sub Ida Grossi, ribadisce, sta facendo di tutto per evitare di chiudere reparti. «C’è però necessità – spiega – che ognuno faccia la propria parte, ognuno per le proprie competenze, per scongiurare il rischio di razionamento dell’offerta sanitaria e dei servizi per il soddisfacimento dei bisogni di salute dei cittadini. Questo è il prioritario impegno e interesse per una responsabilità di governo, di etica pubblica per un sistema sanitario regionale, che risponda ai bisogni di salute con un’offerta sanitaria che riduca le liste di attesa, con servizi appropriati e innovativi sul territorio molisano».
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