L’obesità è sicuramente un fattore aggravante per la sclerosi multipla recidivante-intermittente. Questo è quanto emerge dall’ultimo studio condotto dall’Unità di Neurogia dell’Irccs Neuromed di Pozzilli su 140 pazienti e pubblicato di recente sul giornale scientifico Multiple Sclerosis Journal.
Secondo i dati della ricerca, infatti, è stato dimostrato che la situazione metabolica del paziente può determinare un aggravarsi della patologia. Ma non solo. I pazienti obesi, già al monento della diagnosi, presentano «una maggiore disabilità alla scala EDSS (Expanded Disability Status Scale), lo strumento comunemente usato per valutare la gravità della sclerosi multipla». Studi che i ricercatori hanno condotto anche approfondendo, a livello biochimico, la relazione tra sclerosi multipla e peso corporeo eccessivo, analizzando i livelli di infiammazione del sistema nervoso centrale e la concentrazione dei lipidi nel sangue (colesterolo e trigliceridi).
Come è noto, la sclerosi multipla è un processo infiammatorio, ed è proprio su alcune molecole coinvolte nell’infiammazione che si è concentrata l’attenzione degli autori dello studio. Nei pazienti obesi, infatti, l’analisi del liquor cerebrospinale ha mostrato un livello più elevato di interleuchina-6 (IL-6) e leptina, due molecole ben note per essere promotrici del processo infiammatorio. Al contrario l’interleuchina-13 (IL-13), che ha azione antinfiammatoria, è risultata ridotta. Per quanto riguarda il profilo lipidico nel sangue, livelli più elevati di trigliceridi e un più elevato rapporto tra colesterolo totale e colesterolo HDL, sono stati correlati a livelli di IL-6 più alti.
«Questo studio conferma che l’obesità è associata a una maggiore gravità sintomatologica della sclerosi multipla recidivante-intermittente» ha spiegato Mario Stampanoni Bassi, Neurologo del Neuromed, confermando che «studi precedenti hanno dimostrato che questa molecola è direttamente coinvolta nel complesso rapporto fra metabolismo ed infiammazione. I nostri risultati suggeriscono quindi che l’eccessivo peso corporeo, o un profilo lipidico alterato, provochi una maggiore espressività clinica della malattia».
«È importante definire con esattezza la relazione tra obesità, lipidi del sangue e sclerosi multipla» – spiega Diego Centonze, professore ordinario di Neurologia presso l’Università Tor Vergata e Responsabile dell’Unità di Neurologia dell’Irccs Neuromed. «Il peso corporeo eccessivo – ricorda ancora il professore -, e le dislipidemie sono implicati in diverse condizioni infiammatorie croniche, ma sono anche fattori che dipendono strettamente dallo stile di vita. L’adozione di strategie specifiche, come la dieta o una maggiore attività fisica, potrà quindi aprire la strada alla possibilità di migliorare la condizione dei pazienti con sclerosi multipla, contrastando l’aumento di disabilità nel tempo».