Sono ore decisive per la sanità molisana. Soluzioni alle carenze più gravi non ce ne sono. Va da sé che senza specialisti per tamponare le emergenze già note la rivisitazione dei servizi sarà necessaria. E si annuncia, per logica, imminente. Destino segnato, per esempio, per il punto nascite di Termoli che sarebbe davvero al capolinea. Decisioni vicine anche per i reparti di emergenza e le Pediatrie.
Intanto, il commissario della sanità Angelo Giustini rompe il silenzio che durava da 20 giorni a Roma, parlando con l’Ansa a margine di un convegno del network Presa a Roma. Giustini riapre il fronte con il governatore Toma e conferma che riguardo all’emergenza medici siamo nel pieno della tempesta. Risolta temporaneamente la carenza di ortopedici, mancano pediatri, ginecologi e medici di Pronto soccorso. «Tutto è nato – spiega Giustini – perché i primari hanno messo nero su bianco al direttore generale (dell’Asrem,ndr) che non ce la facevano più: in effetti sono tre persone rimaste per tenere in piedi un reparto. Tanto a Termoli che a Isernia. Essendo commissario mi è stato chiesto di fare qualcosa, anche l’opzione medici tutti civili e militari andava bene. Situazione condivisa da me e dall’attuale presidente della Regione, Toma, che poi invece ha fatto il voltafaccia, ma a noi non interessa, perché l’emergenza c’era e rimane sotto gli occhi di tutti. Chi ci aiuta ci aiuta. Grazie alla ministra Grillo – aggiunge – che ha dato un ottimo contributo e ha finalmente aperto alla possibilità di non chiudere i reparti di Isernia e di Termoli perché si è mossa la Asl di Andria che ha mandato ortopedici». Rispetto ai reparti che rischiano di chiudere perché manca il personale, rileva poi il generale, «al di là delle polemiche politiche, direi: al presidente e all’assessore Luigi Mazzuto che avete detto? Guardate in che realtà emergenziale siamo. Il problema della carenza è nazionale, è più acuito in Molise come in Calabria. Mi dà addosso un certo tipo di politica, perché non amano i commissari, ma non ci posso fare nulla».
Domenica a Campobasso la ministra della Difesa Trenta ha dichiarato che sull’ipotesi di inviare i medici militari si sta lavorando ma non è stata ancora trovata una soluzione. Sul punto Giustini, che era stato attaccato per aver proposto questa strada, preferisce non «rilasciare ulteriori informazioni», tranne la conferma che il canale «è stato aperto già una settimana, dieci giorni fa. Tutte le opzioni- spiega poi – rimangono aperte:non sono solo i medici militari, abbiamo chiesto i medici in quiescenza, le società esternalizzate in ambito di servizi sanitari, i liberi professionisti».
La prima soluzione tentata qualche mese fa, quella di far ricorso ai pensionati, pure si è di fatto arenata per il niet dei Ministeri. E pensare che all’avviso pubblicato ad aprile dall’Asrem per medici e chirurghi di Pronto soccorso avevano risposto sei specialisti in quiescenza. Ma via Petrella non può contrattualizzarli.
Scelta obbligata, allora, visto che non ci sono medici per i turni sarà quella di ridurre l’attività del reparto ad Agnone. Un nuovo avviso sarebbe scaduto oggi, è stato prorogato al 28. Ultimo appello, davvero l’ultimo.
r.i.

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