Dopo Laura Venittelli e il comitato Voglio nascere a Termoli, terza presa di posizione territoriale nel breve volgere di qualche giorno a difesa della sanità nel Basso Molise.
Il comitato San Timoteo, col presidente Nicola Felice, affiancato dagli altri componenti del direttivo, ha arringato ancora una volta contro la gestione politica e commissariale, in previsione dell’approvazione del nuovo Pos 2019-2021.
Felice ha ribadito tutta la delusione riguardo i vari appelli caduti nel vuoto e la chiusura a riccio della struttura commissariale.
La conferenza stampa è stata ospitata nella sala della parrocchia di San Timoteo, dove l’associazione è nata ormai oltre 6 anni fa.
Si è parlato di accordi di confine mai realizzati e di cui si torna a discutere ora ma col rischio che a beneficiarne non sia più il Molise, della deroga fantasma chiesta dal Governatore Toma e di depotenziamenti e smantellamenti di eccellenze, come i reparti di Otorino e Oculistica. Per Nicola Felice ormai è certa l’integrazione tra Vasto e Termoli sul blocco parto.
In particolare, a difesa dell’Uoc diretta da Giovanni Serafini, sono state raccolte negli ultimi mesi 2.576 firme, mentre la scellerata scelta di ridurre i posti letto ha provocato liste d’attesa di 1.500 persone in Molise e 700 solo a Termoli per interventi chirurgici, non ambulatoriali, e un conto economico negativo di 1.334mila euro.
Critica severa verso chi ha preferito disperdere un patrimonio di professionalità e un’attrattiva specialistica.
Scenari che pongono la nostra regione molto lontana dal guadare la crisi e a nulla serve la valutazione di 180 punti sui Lea, poiché la sperimentazione coi nuovi criteri in vigore dal 2020 riporta il Molise all’ultimo posto tra le regioni italiane.
In tutto questo, per Felice, c’è un Consiglio regionale immobile.
Tanti gli spunti, come l’assenza del Punto nascita nella bozza di Pos 2019-2021 in mano ai commissari e disegnata dall’Agenas.

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