Il suo primo giorno di lavoro ufficiale in Molise, oggi. Il suo primo giorno da direttore generale, oggi.
Oreste Florenzano, 50 anni di Napoli e una lunga carriera alle spalle da manager nelle aziende ospedaliere pubbliche (Cardarelli, Pascale, Ruggi, San Pio di Benevento e negli ultimi due casi da direttore amministrativo), con l’incarico al vertice dell’Asrem guadagna il gradino più alto della governance strategica delle Asl. Come il suo predecessore Gennaro Sosto. Curiosa staffetta, indiretta perché a distanza di tempo: Florenzano assume la guida di via Petrella dopo che l’ingegnere calabrese che l’ha retta dal 2016 è stato nominato dal presidente De Luca a capo della Napoli 3 da settembre scorso, a valle di una selezione per 14 fra Asl e aziende ospedaliere a cui pure Florenzano aveva partecipato.
La staffetta vera Florenzano l’ha ricevuta dalla collega Virginia Scafarto, commissario straordinario dopo la reggenza dell’ex direttore sanitario Lucchetti. E l’ha ricevuta, come ha sintetizzato mercoledì il governatore Donato Toma, correndo. Un dossier difficile è quello sui conti. È venuto fuori a margine della conferenza stampa sul coronavirus. Il commissario ha dichiarato di aver rappresentato al neo dg il disavanzo che sembrava profilarsi già dalla previsione sul secondo trimestre 2019. Una doccia fredda dopo il pareggio di bilancio dell’anno scorso. Florenzano non drammatizza. Si tratta di «problemi strutturali che ciclicamente possono presentarsi e vanno affrontati con serenità». Soprattutto non ne fa una questione di qualità della gestione. «Sono un uomo delle istituzioni. Ho rispetto di chi mi ha preceduto e del lavoro che ha svolto. Spero di avere lo stesso rispetto quando me ne andrò».
Dal 7 febbraio – quando è stato scelto e il giorno dopo nominato – a oggi, l’avvocato è stato in contatto con via Petrella e la Regione. Con l’emergenza coronavirus in atto, è stato ancora più necessario entrare nei meccanismi prima dell’insediamento. «Sono stato in stretto contatto con gli uffici, con il commissario Scafarto ci siamo aggiornati quotidianamente sul coronavirus e sulla situazione dell’azienda. Sono anche già venuto un paio di volte a Campobasso, sono stato in sede in maniera ufficiosa per conoscere personalmente i collaboratori», racconta Florenzano a Primo Piano poco prima di mettersi in viaggio per Campobasso dove stamattina si insedia.
Facciamo prima il punto sul coronavirus, direttore. Il suo battesimo del fuoco.
«Siamo sul pezzo, stiamo lavorando in linea con le direttive nazionali e regionali. La situazione è costantemente monitorata. Il mio invito è di non lasciarsi prendere dalla psicosi, è una situazione che va affrontata con razionalità. La Regione ha istituito due numeri dedicati: 0874 303000 e 0874 409000. Bisogna utilizzarli per evitare possibili problemi ai Pronto soccorso. Utilizzando questo canale, si attiva la profilassi migliore possibile. Altrimenti possono verificarsi anche episodi spiacevoli. Qualche giorno fa, per esempio, a Benevento un signore di Milano si è presentato in ospedale con febbre. C’è la tenda per il triage ma lui è andato direttamente in Pronto soccorso. Quando ha dichiarato la sua provenienza ci sono stati attimi di preoccupazione e nervosismo, da parte del paziente anche risentimento. Un video è finito sui social… Per fortuna, la febbre era dovuta ad altra patologia e l’allarme è rientrato. Anche in virtù del ‘bombardamento’ di informazioni che viviamo in questi giorni, ripeto, il mio appello è a usare i canali che abbiamo predisposto».
Le consegne che le sono state passate per quanto riguarda l’azienda non sono semplici. La sanità è ancora commissariata e il piano di rientro condiziona l’erogazione dei servizi.
«Mi sono documentato in questi giorni, mi sono messo a studiare. Mi sono state rappresentate le criticità maggiori. So che alcuni sindaci hanno espresso a mezzo stampa l’intenzione di volermi riferire i problemi delle loro zone. È mia intenzione, subito dopo il mio insediamento, visitare le strutture sanitarie e confrontarmi con il territorio e con i sindaci. Dal confronto, emergono spunti importanti per cercare soluzioni alle criticità. Nessuno ha la bacchetta magica, però di sicuro ci sono le migliori intenzioni di operare bene e trovare soluzioni».
Una delle criticità più gravi, se non la più grave, è la carenza di personale, di medici. Molti concorsi vanno deserti o quasi e per garantire i turni nei reparti le prestazioni aggiuntive sono ormai di fatto uno strumento ‘ordinario’.
«Ci sono carenze sia nell’area medica sia nel comparto e ci sono vuoti in organico pure per i profili organizzativi. Ho preso visione del piano dei fabbisogni, delle procedure bandite e degli esiti. Sto valutando soluzioni alternative che ci possano far superare la scarsa partecipazione ai concorsi. Non voglio anticipare però nulla di più. Prima voglio metterle in campo, naturalmente percorreremo strade che esistono, non ci inventiamo chissà cosa. Appena ufficializzeremo gli atti, sarà mia cura comunicarli alla stampa».
Infine, direttore, trova i conti che non sono più a posto come un anno fa. La voce circolava, poi è emerso a margine di una conferenza stampa mercoledì.
«Sono a conoscenza di quello che sembrerebbe il risultato del 2019. Ho cominciato ad approfondire per capire quali sono le cause e i punti dolenti. Tenga conto che nelle Regioni in piano di rientro, e io ho l’esperienza della Campania, le due problematiche di cui stiamo parlando sono connesse: la carenza di personale incide sul profilo economico…».
Anche le prestazioni aggiuntive pesano non poco sul bilancio.
«Per esempio. E poi c’è un problema strutturale, su cui dobbiamo capire come intervenire. I giorni che hanno preceduto il mio insediamento sono stati utilizzati per approfondire queste tematiche e studiare una strategia che naturalmente sarà discussa con la Regione e i commissari della sanità».
Il deficit in sanità e nei conti dell’Asrem, per quanto il Molise ci sia stato abituato da oltre un decennio, sembrava un problema governabile e governato da chi l’ha preceduta. Questo risultato negativo si può prestare a letture diverse.
«Guardi, io non la leggo in questo modo. In linea generale, quello che vale in economia non vale in sanità, che è un settore peculiare. Siamo di fronte a problemi strutturali che ciclicamente possono presentarsi e vanno gestiti con tranquillità. Mi si passi il paragone, è un po’ come nella gestione dell’emergenza coronavirus. Sono questioni che si evolvono e si devono affrontare con razionalità e serenità. Io sono un uomo delle istituzioni, ho rispetto di chi mi ha preceduto e del lavoro che ha svolto. Spero di avere lo stesso rispetto quando me ne andrò».
rita iacobucci

Un Commento

  1. alfredo scrive:

    Vorrei chiedere al nuovo dg, se intende continuare a dare moneta a neurone oppure vuole davvero come si dice vuole ripristinare la neurochirurgia compresa quella spinale a campobasso?
    questa si che sarebbe una scelta libera e non compromessa…….

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