La lettera è del 9 aprile. Da allora nulla è ancora cambiato. Due giorni fa si è tenuto un incontro fra i primari del Cardarelli che l’hanno firmata e i vertici dell’Asrem. Sembra che la soluzione prospettata sia di spostare la terapia intensiva per i non Covid al Gemelli Molise. E sembra pure che i responsabili delle sette strutture complesse e dipartimentali che hanno messo nero su bianco il loro allarme non siano rimasti proprio soddisfatti dalla soluzione.
I capi di chirurgia, urologia, ginecologia, oculistica, senologia e chirurgia vascolare denunciano la paralisi delle attività chirurgiche di sala operatoria all’ospedale di Campobasso: hub per le discipline tempodipendenti e di alta specialità nonché hub per il Covid-19. Chiedono di risolvere la situazione. Addirittura annunciano, nella nota inviata pure al presidente Toma e al commissario Giustini, che in caso di mancato riscontro si rivolgeranno a un pool di avvocati già consultato per la tutela legale. Il dg dell’Asrem Oreste Florenzano, al tg di Teleregione ieri sera, non ha nascosto il suo rammarico perché la notizia è venuta fuori. Non si è sbilanciato sulla soluzione che sta valutando assicurando però che la troverà.
La terapia intensiva dedicata al Covid di fatto esclude il ricovero di qualsiasi altro genere di paziente, in sala operatoria sono disponibili meno anestesisti, i pazienti oncologici urgenti dovrebbero essere operati non si sa in quale sala operatoria e senza la disponibilità della terapia intensiva. «Siamo all’antitesi – scrivono i primari – della medicina basata sulle evidenze».
Propongono quindi, tre opzioni: creare al Cardarelli una seconda terapia intensiva Covid free e riprendere l’attività chirurgica, destinare ai no Covid un’altra struttura ospedaliera e spostarvi temporaneamente parte del personale oppure l’inverso: Cardarelli hub no Covid e i Covid in un altro ospedale.