La buona volontà c’era tutta. La forma forse un po’ meno. E la forma, mai come in certe procedure, evidentemente è sostanza.
Sono 11 le domande di medici in pensione arrivate in risposta al bando per incarichi libero professionali a dirigenti medici in quiescenza che l’Asrem ha indetto per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Solo due quelle ammesse: l’agnonese Giovanni Di Nucci (medicina interna) e Vincenzina Bruno (medicina d’urgenza).
Esclusi invece nomi eccellenti e molto noti della sanità molisana che erano pronti a dare una mano. In massima parte per mancanza dei requisiti richiesti. C’è chi ha la specializzazione nelle branche indicate dall’azienda sanitaria ma non il servizio in quelle discipline, (Serafino Fazio, Mino Dentizzi, Sergio Pastò). Chi non ha né le specializzazioni richieste né il servizio (Angelo Di Stefano). Chi, invece, non ha dato la disponibilità a svolgere l’attività al Cardarelli di Campobasso (Giuseppe Paolantonio). Chi, ancora, ha prodotto istanza per attività dirigenziali mediche diverse da quelle oggetto dell’avviso (Erennio Ciotoli e l’ex assessore alla sanità ed ex senatore Ulisse Di Giacomo). La domanda dell’ex primario di malattie infettive Giuseppe Sabusco (che è stato pure direttore sanitario dell’Asrem e consigliere regionale) non è risultata conforme all’avviso. Infine, c’è un omissis, un anonimo ex medico dell’azienda sanitaria, la cui domanda è stata respinta perché sul suo capo pende un procedimento disciplinare.
Queste le risultanze della commissione valutatrice fatte proprie dai direttori sanitario e generale, Scafarto e Florenzano, con la delibera del dg datata 24 aprile.

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