In questi ultimi mesi la sanità pubblica del Molise è spesso alla ribalta per acquisti e innovazioni (dalla rete di telestroke alla radiodiagnostica). Una stagione felice? Potrebbe esserlo molto di più, potrebbe esserlo davvero, se per esempio fosse stato siglato l’accordo di programma sui 100 milioni di investimenti in edilizia e macchinari chiuso nei primi mesi del 2018 ma poi bloccato dal cambio della guardia in Regione, o meglio dagli otto mesi senza struttura commissariale.
Tutto da rifare e i tempi si sono allungati. Così 100 milioni del famoso ‘articolo 20’ – principale strumento di intervento per la riqualificazione del patrimonio edilizio e tecnologico pubblico e la realizzazione di residenze sanitarie assistenziali – sono fermi, inutilizzati.
La certificazione di questo ennesimo paradosso, che riguarda un po’ tutte le Regioni anche se il Molise ha la quota minore, il 21%, di fondi attivati sul totale della dotazione, nel rapporto della Corte dei conti sul coordinamento della finanza pubblica.
Il dossier calcola anche che il fabbisogno attuale per rinnovare il parco sanitario italiano è di 32 miliardi. Servirebbero per interventi in infrastrutture da realizzare sull’intero territorio nazionale. la quota molisana di questo fabbisogno è pari a 219,6 milioni. A disposizione, però, ci sono circa 22 miliardi.
La rilevazione effettuata con le Regioni sul fabbisogno per il triennio 2018-2020 ha riguardato il numero di sistemi che si intende acquisire sia come nuove acquisizioni (per potenziare l’offerta) che come sostituzioni per obsolescenza, per i quali non si dispone delle relative risorse finanziarie. Il fabbisogno complessivo finalizzato al piano di rinnovo e potenziamento delle tecnologie è risultato di oltre 1,5 miliardi in relazione a 1.799 macchine. Si tratta di 1.401 macchine da sostituire per una spesa di oltre 1,1 miliardi e di 398 nuove tecnologie da acquisire per il potenziamento del parco tecnologico per una spesa di 404,3 milioni. Tornando al dato molisano, nel triennio un fabbisogno complessivo di 4,1 milioni: quasi tutti (3,8) per sostituire apparecchiature obsolete.