Per la seconda volta, da una nota politica del segretario regionale del Pd viene fuori una notizia che cova sotto la cenere della sanità molisana (la prima volta, quando parlò della nota dei primari del Cardarelli che chiedevano il ripristino dell’attività chirurgica ferma perché la terapia intensiva è dedicata al Covid).
Dice Vittorino Facciolla: «Ci è giunta informazione che il commissario Giustini abbia dato incarico alla struttura amministrativa della nostra azienda sanitaria regionale, territorialmente competente, di redigere un piano per fare in modo che venga costituito il centro Covid presso l’ospedale Vietri a Larino». Attenzione alle frasi: direzione amministrativa dell’Asrem, territorialmente competente.
In pratica, si è saputo poi, il generale Giustini, che su questo fronte non molla evidentemente, ha dato incarico al direttore del distretto sanitario di Termoli (che ha competenza gestionale sul Vietri) di redigere un piano di fattibilità per un centro Covid a Larino nell’ambito del piano di potenziamento della rete ospedaliera da inviare a Roma (in base alle linee guida contenute nella circolare del 29 maggio).
Una notizia che cova sotto la cenere perché i vertici Asrem, pure destinatari della nota, non hanno preso bene il mandato assegnato a Giovanni Giorgetta. Effettivamente, un inedito, un azzardo mai visto prima. La competenza è dell’azienda sanitaria non del distretto, avrebbero fatto presente in maniera piuttosto decisa da via Petrella, dove probabilmente ritengono archiviata la questione. Insomma, il capo del distretto non può redigere alcun piano, tantomeno in disaccordo coi suoi superiori. E non è certo un mistero che il dg dell’azienda Florenzano non ritiene percorribile la strada del Covid hospital a Larino.
Cortocircuito in arrivo o tempesta in un bicchier d’acqua destinata a risolversi presto? Vedremo.
Facciolla, dal canto suo, soffia sull’ipotesi Vietri covid center. «Un sogno per il basso Molise che finalmente potrebbe realizzarsi. Un centro di malattie infettive interregionale, tra l’altro finanziato con fondi straordinari provenienti dal Mef o del Recovery fund, che potrebbe dare prospettive a questa terra per un periodo lunghissimo. A questo punto Toma e Florenzano non possono più nascondersi ognuno per le rispettive competenze, e se il centro Covid di Larino dovesse naufragare sarà esclusivamente per loro diretta responsabilità».
Se Toma e Florenzano preferiscono soluzioni diverse al Cardarelli, conclude l’esponente dem, il presidente «dovrà venire a dirlo in Consiglio regionale che è la sede naturale e preposta a fare scelte che riguardano la salute di tutti i cittadini molisani». Sul punto il Pd presenterà una mozione.

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