La storia che ha caratterizzato i commissariamenti esterni della sanità vede consolidato lo schema ‘presidente di Regione contro commissario e/o viceversa’. Di per sé poco produttivo, questo schema vive in Molise una variabile non da poco (che si aggiunge allo schema consolidato): commissario contro direttore generale dell’unica Asl della regione e/o viceversa.
Dopo un primo scambio epistolare non esattamente da libro Cuore – Cardarelli hub misto è ingestibile, scriveva il commissario Angelo Giustini a cui il dg Oreste Florenzano rispondeva che i problemi della sanità molisana piuttosto risiedono nel fatto che il commissario non ha ancora adottato il piano operativo – il contrasto è esploso con l’affidamento, da parte del generale, al direttore del distretto di Termoli del progetto di fattibilità di un centro Covid al Vietri, da inserire nel piano da inviare al Ministero entro il 17 giugno.
Il capo di via Petrella ha risposto a Giustini, per iscritto, che la gestione complessiva dell’azienda e la rappresentanza esterna dell’Asrem competono al dg e che il direttore del distretto non potrà procedere ad alcuna progettazione di ospedale Covid. A Conto alla rovescia su Teleregione venerdì sera l’avvocato Florenzano ha spiegato: «Non c’è un cortocircuito. C’è forse una mancata conoscenza di come funziona un’azienda sanitaria perché il commissario di governo, con tutta la sua autorità, non può interloquire con un mio sottoposto, ma semplicemente perché io ho la responsabilità di questa azienda, quindi l’interlocutore sono io. Lui mi ha scritto, io gli ho risposto. Possiamo ancora approfondire la questione ma non posso tollerare, ne è possibile dal punto di vista proprio del diritto amministrativo un intervento per il quale il commissario di governo scriva a un mio collaboratore chiedendogli di fare qualcosa. Perché qualsiasi cosa possa dire il mio collaboratore, con tutto il rispetto e con tutta l’amicizia per il dottore Giorgetta, la responsabilità è mia. Sono io quello che deve rispondere e che deve essere ‘interrogato’ se ce n’è bisogno».
Qualche ora dopo, complici le manifestazioni di ieri a Larino, diventa di dominio pubblico che il generale Giustini aveva nelle scorse ore a sua volta riscontrato la nota di Florenzano ricordandogli che la programmazione sanitaria in Molise al momento è di competenza del commissario. Commissario che, ripercorre la lettera, ha convocato il dg dell’Asrem per trovare soluzioni operative che permettano di salvaguardare i Lea anche nel contesto del Covid «senza peraltro ricevere supporto alla redazione di un progetto di fattibilità sul Vietri di Larino – ospedale Covid». Ha reiterato l’invito per un’altra riunione, prosegue Giustini nella nota, «ancora in assenza del suo autorevole supporto tecnico-amministrativo per tale finalità». Per questo, secondo il generale, nominare Giorgetta rientra nell’attivazione dei poteri sostitutivi «stante la totale e palese inerzia dell’organo strumentale».
Mediate dal linguaggio burocratico, tuttavia sono parole pesanti. E pure, è un dato di fatto, senza precedenti. Comunque non così evidenti e pubblici. Un esempio di come a volte di essere ‘laboratorio’ il Molise farebbe volentieri a meno. Visto che peraltro gli scontri su competenze e ruoli portano via tempo alla soluzione dei problemi.

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