Da zero a 109, come sulle montagne russe. L’Asrem chiude l’esercizio finanziario 2019 con 109 milioni di passivo. Numeri ante risanamento. Numeri che la relazione del neo direttore generale Oreste Florenzano – arrivato in via Petrella il 29 febbraio 2020 – spiega in maniera chiara.
Più della metà del disavanzo matura con riduzioni e mancati trasferimenti da Gsa (sarebbe il bilancio della sanità molisana) e Regione: rispetto al 2018 nelle casse dell’unica azienda sanitaria del Molise sono arrivati da via Genova 63,5 milioni in meno. Meno soldi in termini di quota di fondo sanitario (indistinto e vincolato) e altri trasferimenti correnti: complessivamente 17,7 milioni in meno. E poi quasi 46 milioni in meno di contributi in conto capitale (per ripianamento delle perdite e finanziamenti di investimenti e fondi di dotazione).
Altri 40 milioni circa riguardano l’accantonamento a fondo rischi per il debito con l’Inps delle ex Asl. La ‘vecchia’ storia dei contributi sospesi dopo il sisma del 2002 che 18 anni dopo pesa come un macigno. Per l’istituto previdenziale non potevano essere sospesi e ha avuto ragione davanti ai giudici, in ultimo davanti alla Cassazione. Dunque, qualcuno deve pagare. Qualcuno perché l’Asrem – come dice chiaramente la legge regionale che la istituisce – nasce libera dai debiti delle disciolte quattro Asl. Quel debito è della Regione. Ricevuto l’avviso di addebito di 86,7 milioni, l’Asrem lo ha impugnato e ne ha chiesto l’annullamento ma non avendo avuto né la sospensione né il riesame ha accantonato in bilancio 39,6 milioni: quel che resta dopo che la legge regionale del 2016 ha impegnato 47,1 milioni da pagare in rate annuali. Si scopre sempre dalla relazione di Florenzano, peraltro, che non sono state ancora erogate risorse per gli anni 2017-2019.
È vero: la Corte dei conti parificando il bilancio della Region aveva avvertito che il pareggio raggiunto dall’Asrem nel 2018 non doveva creare illusioni perché «conseguito per effetto, soprattutto, di operazioni di pulizia di partite debitorie in realtà insussistenti, che hanno generato ingenti poste straordinarie e non ripetibili negli esercizi successivi». Ma che l’anno dopo si riprecipiti all’inferno è difficile da accettare.
Florenzano ripercorre le tappe, dal punto di vista gestionale si sono avvicendate due governance nel 2019. Dal 1 settembre, l’allora direttore sanitario Antonio Lucchetti subentrò all’ex dg Gennaro Sosto che si insediò al vertice dell’Asl Napoli 3 e a novembre arrivò come commissario la dottoressa Scafarto che oggi è direttore sanitario con Florenzano. Le azioni di entrambe le governance, ragiona l’avvocato napoletano, «si sono sviluppate in un contesto di estrema incertezza circa il piano strategico e l’assetto definitivo della sanità molisana. Infatti non è stato definito il principale ed essenziale strumento di programmazione contenente le linee guida per il perseguimento del riequilibrio economico e finanziario del sistema sanitario regionale e del miglioramento della qualità e della fruibilità dell’assistenza sanitaria, il Programma operativo 2019-2021». L’azienda, quindi, non ha potuto procedere alla revisione della rete ospedaliera e territoriale.
Fondamentalmente, però, spiega a Primo Piano Florenzano, ci si trova di fronte a «un gap strutturale fra il finanziamento e i costi di gestione nonostante una riduzione della spesa per il personale importante». Se Asrem spenda più di quel che può o se invece riceve meno di quel che serve è una domanda che può trovare risposta nei numeri che sono in fila nella relazione. In Campania, racconta Florenzano, il percorso è stato lungo e complesso: il risanamento economico con operazioni importanti e poi un lungo lavoro sulle prestazioni sanitarie in termini di recupero dei Lea per uscire dal commissariamento.
Il suo primo trimestre, aggiunge, fa segnare uno sforamento tendenziale di 11 milioni, se nulla cambia (in meglio o in peggio) dovrebbe chiudere il 2020 a -44. «Immaginare posti dove recuperare somme è ipotizzabile, ma non certamente per 44 milioni. Che sono un’enormità sul bilancio Asrem (482 milioni, ndr). Per questo io parlo tanto delle decisioni che bisogna prendere dal punto di vista strategico – prosegue Florenzano – Perché poi la spesa si incrementa. Tra le motivazioni che ho sollevato rispetto al centro Covid a Larino c’erano queste ragioni economiche. Non bisogna fare i ragionieri, dice qualcuno, però bisogna ragionare con le tasche perché altrimenti si creano illusioni e non si realizzano le cose. Bisogna lavorare per ridurre questa esposizione ma bisogna immaginare un intervento strutturale».
Che, si può provare a immaginare, non può significare altri tagli. Probabilmente, invece, serve un incremento del finanziamento.
Il dg comunque vive «con serenità» questa contingenza. «Conoscevo già questi aspetti quando mi sono insediato e li avevo valutati. Dopo l’emergenza Covid, ora abbiamo bisogno di tranquillità per risolvere i problemi atavici della sanità molisana», chiude.
Il presidente della Regione Donato Toma, dal canto suo, si riserva di approfondire meglio il bilancio Asrem 2019 per un commento più compiuto. Ma già chiama in causa il commissario Angelo Giustini: «Vorrei sapere cosa intende fare per riportare i conti della sanità molisana alla normalità, per ora ho visto solo una bozza di piano operativo».
rita iacobucci

 

Principali voci del disavanzo 2019

63,5 milioni riduzione di trasferimenti da Gsa e Regione rispetto al 2018

39,6 milioni accantonamento per debito con Inps (contributi sisma 2002)

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