Nel seminterrato – la parte di edificio da completare – l’accettazione, la camera calda (la zona in cui arrivano i mezzi di soccorso e il paziente viene preso in carico in una situazione di maggiore comfort termico) e la diagnostica (sala Tac e locali per l’ecografia). Al piano terra dell’ex hospice di contrada Tappino, andranno i nove posti di terapia intensiva (con affaccio sul terrazzo) dei 14 totali che il Molise può attivare e, accanto, la sala operatoria dedicata ai pazienti affetti da Covid-19. Sul lato dell’attuale ingresso (dal lato facoltà di Medicina per intenderci), depositi, spogliatoi e servizi di vestizione per il personale che sarà impiegato nell’hub per la cura delle infezioni da Sars-Cov2 individuato dal piano inviato a Roma l’11 luglio scorso. Infine, al primo piano dell’ex hospice 21 posti di degenza con strumentazione per la ventilazione semi intensiva.
Il piano – rimodulato in base alle indicazioni giunte il 7 luglio scorso dalla direzione Programmazione sanitaria del ministero della Salute – è stato approvato con decreto dal commissario Angelo Giustini. Ed è pubblicato all’albo online della Regione. Liberamente consultabile, dunque, la relazione che lo accompagna ed è firmata da tutti: Giustini, la sub commissaria Ida Grossi, la dg Salute Lolita Gallo, il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano, quello sanitario Virginia Scafarto e il responsabile dell’Ufficio progetti della Regione Antonio Giuseppe Vetere. Liberamente consultabili anche le planimetrie.
La riorganizzazione della rete ospedaliera ha l’obiettivo di «poter affrontare situazioni di improvviso innalzamento della curva epidemica dei casi Covid e di ottimizzare l’utilizzo delle strutture idonee a riassorbire l’attività ordinaria».
«L’ospedale Cardarelli di Campobasso, Dea di I livello, è un hub individuato per la presa in carico e gestione dei casi sospetti e dei pazienti affetti da infezione Covid, in quanto già dotato di: posti letto dedicati all’isolamento in terapia intensiva e malattie infettive percorsi separati temporaneamente nella fase di emergenza, e laboratorio analisi di riferimento per l’esecuzione di test diagnostici per la diagnosi di infezione Covid», si legge nella relazione. Il Veneziale e il San Timoteo «che hanno il ruolo di spoke saranno anch’essi dotati di nuovi posti letto di terapia intensiva», rispettivamente 2 e 3 in più.
Al Veneziale, di cui pure è allegata la planimetria con gli interventi da realizzare, sarà allestita una camera calda e un’area Covid accanto al Pronto soccorso. E sono segnalati i posti di terapia intensiva Covid. Meno complessa la ristrutturazione a Termoli, dove si tratterà solo di allocare logisticamente i posti e separare un’area Covid.
Costo dell’intera operazione sulla rete ospedaliera, 9.2 milioni. Quelli stanziati per il Molise dall’articolo 2 del decreto Rilancio convertito venerdì in legge dal Senato.
Archiviata l’ambizione a diventare hub per la cura del Sars-Cov2 (e poi centro interregionale per le malattie infettive), il Vietri deve accontentarsi – in base alla proposta formalizzata ora con decreto 48/2020 del commissario – della qualificazione di centro di riferimento per la riabilitazione, Covid e no Covid. In questo caso costi e progetto sono da definire: «I costi di potenziamento della Casa della Salute – presidio territoriale di Larino saranno ricompresi nei programmi di riorganizzazione della rete territoriale (articolo 1 del decreto-legge n.34 del 19 maggio 2020)», precisa la stessa relazione.
«La situazione emergenziale in atto ha evidenziato la necessità di un sistema di cure domiciliari con una organizzazione integrata e trasversale basata sulla presa in carico dei pazienti. A tal proposito saranno implementati (…) i servizi di Adi (assistenza domiciliare integrata, ndr) anche presso il presidio territoriale di Larino. Inoltre, l’inserimento della figura dell’infermiere di comunità avrà il compito di facilitare la presa in carico del bisogno assistenziale dell’assistito», si legge nel documento. Che prevede inoltre l’attivazione di prestazioni di riabilitazione ambulatoriale con particolare attenzione al paziente post Covid.
Last but non least… In ultimo ma non in ordine di importanza: nel decreto, Giustini cita la nota del 7 luglio con cui il dg del ministero Urbani rileva «la necessità di apportare modifiche al piano di riorganizzazione dell’offerta ospedaliera per l’emergenza epidemiologica Covid.19 trasmesso con invio prot. Lea n.20 del 16.06.2020, nel rispetto delle indicazioni fornite con la circolare del ministero della Salute prot. 11254 del 29.05.2020 e dei criteri e degli standard definiti dal dm 7072015 (in base al quale Larino non è più ospedale, ndr), nonché in coerenza con gli atti di programmazione regionale recentemente adottati». A meno che Urbani non abbia scritto pure alla direzione Salute con rilievi al piano trasmesso il 18 giugno, a essere bocciato è stato proprio il piano che faceva compiere al Vietri un triplo salto (mortale, si è visto): da struttura territoriale a ospedale di nuovo e di più fino a diventare un Irccs.
rita iacobucci