La determina con cui la responsabile delle Risorse umane dell’Asrem Loredana Paolozzi ha liquidato lo straordinario Covid effettuato a partire da marzo dal personale di molti reparti (non di tutti) è del 30 luglio.
In pasto ai social per la presenza nell’elenco dei componenti del gruppo di lavoro nominato dal dg Florenzano (composto essenzialmente da medici che per l’azienda hanno la responsabilità dei servizi di epidemiologia, governance clinica, risk management e nucleo ispettivo), pare però che il provvedimento non abbia avuto ancora seguito. Finiti in ‘bocca al popolo’, per dirla alla maniera molisana (da Fb la determina ha fatto anche il giro delle chat whatsapp), questi dirigenti comunque lo straordinario tanto contestato ancora non lo hanno riscosso. E insieme a loro medici, infermieri e tecnici dei reparti di malattie infettive del Cardarelli, delle terapie intensive e dei Pronto soccorso dei tre ospedali, dei laboratori analisi di Campobasso e Isernia, delle radiodiagnostica del Veneziale e del Cardarelli, del dipartimento di Prevenzione e la dirigente del 118.
Il resto del 118, gli operatori, invece non sono neanche al primo step. Nella loro stessa situazione si trovano i medici e il comparto degli altri reparti – non direttamente Covid ma che pure si sono ritrovati con casi sospetti o poi conclamati – come le medicine, le ortopedie e così via. Personale a cui l’azienda sanitaria ha imposto, comunque, turni di 12 ore per ridurre al minimo il rischio di contagio. Infine, gli infermieri che hanno effettuato i tamponi sul territorio.
In questo caso, sono in corso le verifiche. Ci sarà una seconda determina di liquidazione. E, rivela il segretario della Fials Carmine Vasile, mentre per i primi le comunicazioni dei dirigenti sono state verificate attraverso i cartellini per gli altri reparti i controlli competono a una commissione (da cui sembra che i componenti si siano dimessi dopo la bufera social).
Figli e figliastri. Ed entrambi ancora attendono il pagamento del lavoro in più svolto per l’Asrem a causa dell’emergenza sanitaria che, intanto, si sta riproponendo pure in Molise come priorità assistenziale. Vasile sottolinea: «Non capisco il perché di questa disparità di trattamento. Tutti hanno lavorato e tutti sono stati obbligati dall’azienda a turni di 12 ore. Per i reparti più direttamente interessati – quelli che certo sono stati in prima linea e su questo non c’è dubbio – bastano le dichiarazioni dei dirigenti per liquidare lo straordinario. Per il personale di altri reparti no. Poi, andiamo a vedere, chi c’è fra questo personale: gli operatori del 118 che si sono anche ammalati, ricordiamolo, e gli infermieri che hanno effettuato, di sera e dopo il lavoro, i tamponi per esempio nella struttura per anziani ad Agnone o hanno prestato servizio nelle carceri. Questi devono aspettare ancora perfino per la liquidazione».
Non si tratta di un problema legato al bilancio in rosso dell’Asrem, sgombra il campo il sindacalista. «I fondi ci sono, è evidente dalla determina dirigenziale del 30 luglio: all’azienda sanitaria sono stati liquidati dalla Regione 5,2 milioni di cui 1,2 per lo straordinario dei dipendenti. Sono risorse nazionali, stanziate ad hoc dal decreto Cura Italia».
Fuori, polemiche. Dentro, negli ospedali e in via Petrella, gli eroi dei mesi scorsi masticano mugugni. «La professionalità e l’impegno degli operatori del servizio sanitario molisano non verranno a mancare, ne sono certo, ora che l’emergenza Covid sta tornando a farsi pressante. Ma sarà davvero solo per il grande spirito di abnegazione che li contraddistingue e non perché l’azienda riconosce loro il merito. Lo ha riconosciuto solo a parole. E non posso non rimarcare – conclude Vasile con una stoccata – che l’anno scorso, la direzione strategica che c’era allora riconobbe anche agli infermieri le prestazioni aggiuntive quando chiese loro un sacrificio nel periodo di ferie per evitare di ridurre i servizi e l’assistenza. A ottobre 2019, rispetto a straordinari e prestazioni svolti prevalentemente in estate, l’Asrem aveva pagato tutto. Quest’anno, con lo straordinario che costa anche meno delle prestazioni aggiuntive, siamo arrivati ad agosto, rispetto a prestazioni rese dal personale a partire da marzo. E ancora non si vede nulla».
ritai