Essendo commissariata per la sanità, la Regione Molise non può autonomamente siglare il protocollo con medici di base e pediatri per l’esecuzione di test antigenici (la cui fornitura è demandata al commissario Arcuri) e contact tracing rispetto ai loro assistiti. Il governatore Toma, responsabile di protezione civile per l’emergenza Covid, ha emanato quindi un’ordinanza con cui fa obbligo al commissario Angelo Giustini di mettere in campo ogni atto per arrivare alla sigla di un protocollo con i professionisti.
L’ordinanza 46/2020 stabilisce anche i punti che dovrà contenere il protocollo.
Il medico di base o il pediatra – per i propri assistiti se opera nel suo studio o anche per gli assistiti di altri colleghi se opera in strutture rese disponibili dall’Asrem – effettua i test antigenici rapidi (accesso su prenotazione e previo triage telefonico):
1) ai contatti stretti asintomatici individuati dal medico di base o pediatra o individuati e segnalati dal dipartimento di Prevenzione in attesa di tampone rapido, anche per l’eventuale tampone previsto per il termine del periodo di quarantena
2) a casi sospetti che il medico o il pediatra si trova a dover visitare e che decide di sottoporre a test rapido
I medici impossibilitati a eseguire i test nei propri studi individuano strutture fisse e/o mobili rese disponibili dai Comuni/Protezione civile
In caso di test rapido positivo, il medico o il pediatra dispongono la quarantena o isolamento fiduciario in attesa dell’esito del tampone di conferma, ne danno comunicazione all’Igiene pubblica e rilasciano, a richiesta, idonea certificazione per l’assenza dal lavoro
Avviano, inoltre, l’identificazione dei contatti stretti (contact tracing) informando l’Igiene pubblica
I medici e pediatri in stato di gravidanza o che hanno comprovate patologie tutelate dalla legge possono astenersi
Per tutti gli altri il rispetto del protocollo «costituisce condizione per l’accesso e il mantenimento della convenzione».