Non ha più la neurochirurgia (non avendo il Molise i requisiti demografici previsti dal decreto Balduzzi) dal 2017, ma di neurochirurghi il Cardarelli di Campobasso ha bisogno per le emergenze, i traumi e gli ictus. Quelli in servizio non bastano (sono quattro, due esentati da reperibilità e sala operatoria), così in attesa delle risultanze del concorso a tempo indeterminato bandito qualche settimana fa, l’Asrem stipula per un anno una convenzione con l’ospedale Moscati.
I neurochirurghi, stabilisce la delibera del dg Oreste Florenzano (approvata anche dalla direttrice sanitaria Virginia Scafarto e dal direttore amministrativo Antonio Lastoria) arriveranno da Avellino a dar manforte all’organico fin troppo risicato dell’ospedale molisano hub per le patologie tempodipendenti. Al Moscati, Asrem ha mandato un Sos a luglio. Il 4 novembre l’azienda ospedaliera guidata da Renato Pizzuti ha trasmesso la convenzione. Tre i neurochirurghi che hanno dato la loro disponibilità per otto turni mensili (96 ore al mese in totale) da svolgere al Cardarelli di Campobasso al di fuori del loro orario di servizio al Moscati, il compenso è di 60 euro all’ora, oltre Irap e spese di viaggio e soggiorno documentate. Disponibilità, avverte il patto sottoscritto, soggetta a modifiche nel caso di sopraggiunte necessità da parte dell’Aorn Moscati comunicate con congruo anticipo.
Per l’Asrem, responsabile della convenzione è il direttore del reparto di ortopedia Pancrazio La Floresta, che a inizio agosto si era dimesso a causa della irrisolta carenza di organico e dei mancati investimenti in attrezzature (previsti da un piano commissariale tuttora inattuato). Evidente che ci abbia ripensato e sia tornato sui suoi passi, ma la decisione finora era passata sotto silenzio. Mentre la sua intenzione di gettare la spugna guadagnò la ribalta mediatica e provocò clamore e polemiche.
Altra carenza cronica, che neanche il concorso chiuso con cinque vincitori ha risolto, quella di anestesisti, particolarmente preoccupante vista la recrudescenza del Covid. Anche in questo caso il soccorso arriva dalla Campania, in particolare dall’Asl Napoli Nord. Lo avevamo documentato su queste colonne qualche settimana fa: dall’azienda di cui Scafarto è stata direttore sanitario fino all’estate 2019 era arrivato un riscontro positivo alla richiesta inviata dal dg Asrem Florenzano. La delibera 892 del 10 novembre approva la convenzione. Il testo allegato è meno dettagliato del protocollo sui neurochirurghi. Comunque, stesso compenso orario. L’attività di consulenza, che l’Asrem acquista dalla Napoli Nord, è articolata in accessi settimanali della durata complessiva di 36 ore circa e sarà effettuata dagli specialisti in anestesia e rianimazione dell’Asl guidata da Antonio D’Amore al di fuori dell’orario di lavoro e comunque subordinatamente alle esigenze di servizio dell’azienda di appartenenza.
Esigenze che non saranno da meno di quelle di Asrem, stando alle cronache quotidiane dei media nazionali sulla difficoltà delle autorità sanitarie della vicina Campania a reclutare il personale medico e infermieristico necessario ad aumentare la dotazione di posti letto per la gestione del Covid.
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Dobbiamo ancora ringraziare la Campania che ci viene in aiuto, ma un comune cittadino non si spiega come mai tutti i media parlano di carenza di anestesisti in questa regione, e come mai ora vengono addirittura in aiuto in molise. Le risposte alle carenze riscontrate sono certamente anche di ordine economico come evidenziato nella lettera reperibile in rete del D.G. dell’ASL di Napoli dello scorso marzo, relativa ai contratti precari. In questa situazione mi chiedo e suggerisco, essendo probabilmente esaurite le nostre graduatorie, perchè non attingiamo alle graduatorie dell’Asl Napoli 2 o dello stesso Moscati o di altre regioni anche del nord come avvenuto in passato, non dovrebbero esserci limiti di Legge, anche le nostre graduatorie sono state concesse in passato credo.
Si potrebbere evitare lunghe attese e dispendiose selezioni per il buon andamento della P.A., avendo già disponibile personale sanitario ritenuto idoneo.