Lo scorso 4 novembre, i vertici dell’Asrem, nelle persone del direttore generale Oreste Florenzano e del direttore sanitario Virginia Scafarto, convocarono un summit urgente con i primari del blocco operatorio del Cardarelli di Campobasso. Parola d’ordine dell’incontro: decongestionare l’ospedale, unico centro di riferimento regionale per il coronavirus, per fare spazio ai pazienti contagiati.
All’ordine del giorno della convocazione, “Urgenze Covid e non Covid nell’hub di Campobasso”; “Delocalizzazione dell’attività chirurgica ordinaria nelle spoke di Isernia e Termoli al fine di decongestionare l’hub di Campobasso”; “Accordi tra le Unità operative del Dipartimento chirurgico del Cardarelli di Campobasso per accorpamenti finalizzati a rendere disponibili posti letto per ricoveri Covid 19 positivi”.
Dopo qualche giorno e in particolare il 9 novembre (ma il documento è stato reso noto solo nelle ultime ore) è arrivata la proposta dei primari, a cui l’Asrem aveva dato carta bianca circa l’organizzazione delle attività, purché si arrivasse a svuotare il Cardarelli.
I direttori delle Unità operativa del cosiddetto “Dipartimento chirurgico” (anche se il documento è orfano di qualche firma) hanno concordato che «l’emergenza urgenza chirurgica verrà effettuata presso l’hub di Campobasso nonostante l’assenza di Terapia intensiva no Covid, come richiesto dalla direzione sanitaria aziendale; tutti i direttori di Unità operativa del Dipartimento chirurgico del Cardarelli di Campobasso concordano che in assenza di Terapia intensiva post operatoria post Covid non possono effettuare in elezione interventi di chirurgia complessa. Per tale elezione faranno ricorso alle altre due spoke della regione (Isernia e Termoli, ndr)».
In buona sostanza, al Cardarelli di Campobasso saranno eseguiti solo gli interventi in urgenza. Le operazioni programmate, invece, saranno, per quanto possibile, dirottate a Isernia e Termoli.
I primari hanno anche stabilito su quale spoke orientarsi: Ortopedia a Isernia. Chirurgia generale – si legge testualmente nel documento – individua le sedi spoke dove già sono operative le Unità operative della stessa disciplina (quindi, Isernia e Termoli in base alla disciplina). Urologia, Chirurgia vascolare e Otorinolaringoiatria individuano l’ospedale di Isernia nella fattispecie della Chirurgia generale. Per quanto riguarda l’Unità operativa di Urologia, in considerazione che, pur essendo presente presso l’ospedale di Termoli una Unità operativa semplice, per carenza di personale non effettua la pronta disponibilità pomeridiana, notturna e festiva, non può essere individuata come sede per lo svolgimento dell’attività in elezione. Infine, l’Unità operativa semplice di Senologia individua l’ospedale di Termoli nell’Unità operativa di Chirurgia generale.
I primari, inoltre, hanno concordato per le vie brevi «soluzioni di eventuali accorpamenti che garantiscono la disponibilità di posti letto per i ricoveri Covid positivi, riducendo i disagi per i pazienti e il personale senza alcuna interruzione dell’attività».
La nota, che sostanzialmente è una proposta, è stata inviata al direttore sanitario dell’ospedale Cardarelli a cui spetta, a quanto sembra di capire, l’ultima parola.