Destini incrociati. Il 1 ottobre il tavolo tecnico sulla sanità molisana: una requisitoria, più dura del solito, del capo delegazione del Mef Angela Adduce contro la struttura commissariale in particolare che si conclude, cosa mai avvenuta prima, con un secco: chiudo qui il collegamento, ci risentiamo quando sarete più preparati. Nel linguaggio burocratico che contraddistingue i verbali del tavolo, diventa: tavolo e Comitato Lea ritengono di dover sospendere la riunione, non essendoci le condizioni per una sua proficua continuazione, data l’inadeguatezza della preparazione della struttura commissariale. Naturalmente, di questa situazione i funzionari informeranno i Ministeri.
Si dice che lì sia traboccato il vaso, che in quel giorno le sorti del commissario Angelo Giustini (e stando alla lettera dei rilievi anche quelle della sub Ida Grossi) abbiano cominciato ad allontanarsi da quelle del Molise. Per quanto burocratiche, in queste frasi c’è l’avvio di procedure che portano, anche se la decisione è politica e del governo, alla sostituzione dei commissari. È solo a loro che Adduce, nel sunto formale dell’incontro, muove addebiti.
Il 9 e 10 ottobre, in una riunione definita bagno di sangue dalla stampa calabrese, accade lo stesso a Saverio Cotticelli e alla sua vice Maria Crocco. Solo che poi Cotticelli viene confermato (il 3 novembre). E si dimette prima di essere cacciato (o comunque a ridosso del post del premier che lo caccia) per l’intervista imbarazzante a Titolo V.
A Giustini e Grossi ancora una volta il 1 ottobre Adduce ha chiesto conto dei fondi che il bilancio della Regione, nonostante gli impegni assunti anche dal presidente Toma per evitare l’impugnativa del documento di previsione da parte del governo, non ha ancora trasferito alla sanità. E, ancora, dell’extra budget dei privati che pure nel 2019 è presente ed è di rilevanti dimensioni, mentre mancano le note di credito. Nel mirino, però, anche il ritardo nei concorsi Asrem, o meglio nella definizione delle procedure concorsuali. Giustini e Grossi, nominati per conseguire l’equilibrio economico-finanziario della sanità molisana, non stanno facendo il loro dovere, ha messo nero su bianco Adduce, ricordando che il Molise è in controtendenza, i parametri peggiorano (e il disavanzo è tornato ad almeno 100 milioni). Più o meno questo la sintesi di quella riunione troncata così brutalmente dalla Capitale.
Bocciatura che il commissario non nega. Non è la prima volta che accade, dice. Ma non la sente sua. Sempre molto cauto nel commentare pubblicamente le risultanze di confronti con i Ministeri, figurarsi il tavolo tecnico, il generale ricorda che a inizio del suo mandato aveva chiesto di poter avere una struttura a supporto, tecnici della materia che lo aiutassero nel suo lavoro. Che ha portato comunque all’emersione di mancati trasferimenti (che ad esempio per le manovre fiscali, quindi Irap e Irpef maggiorate e destinate alla sanità, cominciano dall’anno di imposta 2018) e al tetto per l’extra budget. «Per la prima volta lo abbiamo applicato noi commissari», rivendica. I privati non hanno firmato i contratti e l’extra maturato finirà in un rinnovato e pesante contenzioso. Tema, questo, che al tavolo tecnico resta indifferente.
Approvato il Calabria bis, Giustini ha scritto ai ministri Gualtieri e Speranza chiedendo l’estensione dei poteri gestionali più pieni e concreti che prevede in capo al nuovo commissario (che però ancora non si trova). Oggi conferma che lo ha chiesto anche in virtù dei rilievi che gli fa il tavolo, lo ritiene necessario se si vuole che un commissario possa lavorare al suo mandato.
Nominati dal governo gialloverde, non è un caso che della sostituzione dei generali nelle sole due Regioni rimaste commissariate stia ragionando il governo giallorosso. In queste settimane, in questi giorni, ci sarebbero stati confronti fra i rappresentanti molisani dei due partiti di governo, 5s e Pd, con il ministero della Salute. Un ragionamento, si può intuire, che non fa bene a Giustini. Ma che non rimette in pista il governatore di centrodestra Toma.
Che le cose debbano cambiare nella gestione della sanità molisana sembra essere una convinzione maturata, anche dopo le consultazioni con parlamentari e regionali 5s e dem, anche a Lungotevere Ripa (il Mef aveva già parlato con le ripetute bocciature), dove in queste ore non si nasconde una certa irritazione per la nota di Giustini che ha addossato ai vertici manageriali del dicastero il no al suo progetto Vietri Covid senza spiegare i motivi del no.
In bilico per la bocciatura di Adduce, il medico generale della Finanza – si racconta – avrebbe deluso anche chi al ministero lo appoggiava con la sua nota deflagrante di qualche giorno fa.
Aperto il totonomi per il dopo Giustini? Su una cosa concordano gli analisti: è assai probabile ma non automatico. C’è una variabile di cui tener conto: la soluzione del rebus Calabria. Dopo quella, il governo giallorosso si occuperà del Molise. Se si trova una soluzione. Appunto, destini incrociati.

ritai

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