Il 10 marzo, anche la sanità molisana entrò in lockdown: stop a tutte le attività, in strutture pubbliche e convenzionate, che non fossero urgenti e indifferibili. Così fino al 17 maggio. Tre mesi di buio, con liste d’attesa che erano già molto pesanti. Tre mesi di buio e difficoltà per visite e operazioni anche dopo. Tanto che l’elenco dell’inevaso è lunghissimo: lungo quanto 10mila prestazioni specialistiche e diagnostiche e almeno 1.100 operazioni.
Oltre alla riattivazione di visite, esami e interventi chirurgici con una nuova pianificazione tesa al recupero del tempo perso, le azioni che Regione e Asrem intendono mettere in campo sono ora contenute nel decreto del commissario Angelo Giustini pubblicato ieri all’albo pretorio.
Si tratta del piano operativo per il recupero delle liste d’attesa finanziato con 2.5 milioni stanziati dal decreto 34.
La stima delle prestazioni non erogate è quantificata nel piano: circa 10mila tra prestazioni specialistiche ed indagini diagnostiche, circa 1.100 interventi chirurgici o di day surgery.
A fronte di questi numeri imponenti, è previsto il potenziamento delle ore nelle branche in sofferenza, per un numero pari a 300 ore settimanali. L’Asrem – si legge sempre nel programma operativo allegato al decreto – nelle more dell’acquisizione del Cup unico regionale (affidato a metà novembre al Cns di Bologna) – sta predisponendo un regolamento mirato a definire l’accesso alle prestazioni ambulatoriali e a organizzare le agende con la possibilità di distinguere fra primo accesso e visita successiva con l’obiettivo di velocizzare la presa in carico dei casi più urgenti per l’individuazione e la cura delle patologie. Questo è un aspetto del problema, agevola ma non basta. Perché l’elemento umano resta determinante.
Quattro quindi le misure su cui punta il decreto per recuperare le liste di attesa e riguardano tutte il personale. Intanto le prestazioni aggiuntive per i medici nell’ambito dell’intramoenia (vale per i ricoveri ospedalieri, le prestazioni ambulatoriali e i test di screening); inoltre, le prestazioni aggiuntive per il personale non dirigenziale con un aumento della tariffa oraria a 50 euro lordi (per i ricoveri ospedalieri e gli accertamenti diagnostici); assunzioni a tempo determinato o rapporti di lavoro autonomo (per i ricoveri e per il periodo transitorio); infine l’incremento, entro i limiti determinati dalla struttura commissariale) del monte ore della specialistica ambulatoriale convenzionata interna per le branche che presentano le maggiori attese.
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