La delibera della direzione Asrem è del 26 novembre scorso: la manutenzione degli ospedali molisani, fin qui appannaggio di ditte locali, è affidata a Siram Spa.
Un appalto complessivo che vale 46,2 milioni (con un risparmio annuo di 1,8) per cinque anni. Un signor appalto per i numeri del Molise. Quasi 50 milioni che escono dai confini regionali: le imprese che finora hanno curato il servizio sono all’improvviso tagliate fuori. Hanno saputo pochi giorni fa dall’azienda sanitaria che il 21 dicembre dovranno cedere il passo alla multinazionale che si è aggiudicata il lotto 10 (Molise-Campania) del ‘Multiservizio tecnologico integrato con fornitura di energia per gli edifici in uso a qualsiasi titolo alle pubbliche amministrazioni sanitarie’ a settembre del 2018 (la seconda edizione è stata attivata ad aprile 2020). Cedere il passo e, per chi lo voglia, i dipendenti utilizzati per la manutenzione. È, insomma, la procedura del subentro in un appalto. Un’operazione di grande impatto, che avrà comunque ripercussioni sulle aziende coinvolte e sulle vite di decine di operai. Un’operazione di cui pure i sindacati – Cgil, Cisl e Uil che hanno iscritti nel comparto – non sapevano e non sanno nulla.
Il settore, sgombriamo il campo, è uno di quelli che vede ancora l’azienda sanitaria unica del Molise nella lista degli inadempienti. I servizi di manutenzione, infatti, sono regolati da contratti risalenti nel tempo, alcuni perfino al 2002 (l’antincendio per l’ambito di Termoli ad esempio) e risalenti a quando in Molise c’erano quattro Asl. Il processo di unificazione e le regole previste dalle norme di settore portano necessariamente a dover procedere con una gara. Il 6 dicembre 2017, la direzione dell’Asrem approva l’indizione di un appalto unico – 67,6 milioni per sette anni – per la «fornitura dei vettori energetici attraverso la gestione integrata e manutenzione delle strutture edili e degli impianti tecnologici ubicati presso i presidi ospedalieri e poliambulatori». Inviata alla centrale di committenza regionale, competente alla gestione e all’affidameanto, da marzo 2018 della gara,. cui partecipano anche aziende locali, non si hanno più notizie. L’ultima traccia è un avviso: l’apertura delle buste, prevista per il 20 marzo, è rinviata.
Nel frattempo, dato meramente storico, cambia l’amministrazione di Palazzo Vitale: al governo di centrosinistra di Frattura succede quello di centrodestra guidato da Toma. I sindacati di categoria ogni tanto ripropongono il tema degli appalti che restano nei cassetti, fra cui quello per la manutenzione e la gestione degli impianti negli ospedali. Ma non si registrano avanzamenti né novità. Passano altri mesi, passa il 2019 e c’è il cambio della guardia pure in via Petrella: alla direzione guidata dall’ingegnere Sosto che ha scelto la via della gara, subentra prima il commissario Scafarto (oggi direttore sanitario) e poi il dg Florenzano. Cambia pure, per una tragica coincidenza (la scomparsa dell’ingegnere Spallone), il vertice dell’ufficio manutentivo: l’incarico viene affidato al direttore dello stesso ufficio dell’azienda ospedaliera Moscati di Avellino, Casarella.
È lui a istruire quindi la delibera con cui l’attuale direzione dell’Asrem cambia strada e sceglie di aderire alla convenzione che Consip ha con Siram. Che di secondo nome fa Veolia e per gli attenti osservatori delle vicende energetiche del Molise il nome non è affatto nuovo.
Da marzo 2021 a febbraio 2023 sono in scadenza altre convenzioni, sempre Consip, utilizzate per l’energia termica, elettrica e per la manutenzione degli elevatori. A giugno scorso, quindi, il servizio tecnico di Asrem avanza a Siram una richiesta di fornitura. Il 19 ottobre arriva il piano economico della Spa: 9,3 milioni all’anno più opere extra canone (per 4,2 milioni). Il piano è sintetizzato nelle premesse della delibera 949 del 26 novembre, ma non allegato. Comunque, l’Asrem attesta una sua «sostanziale aderenza alle aspettative tecnico-organizzative dell’azienda». In totale 46,2 milioni per cinque anni compresi 4,4 opere extra canone, 2,2 per manutenzione anche a richiesta e 2 milioni di riqualificazione energetica. Piano, «idoneo ed economicamente vantaggioso» per l’Asrem. Che nel 2019 ha speso 11,1 milioni per servizi che le costeranno ora 9,3.
Fin qui le motivazioni di risparmio, abbastanza dettagliate. Nella delibera dell’avvocato Florenzano non c’è invece alcuna menzione della gara, a questo punto certo tramontata (?), del 2017. La motivazione del cambiamento di rotta, legittimo per una pubblica amministrazione che comunque lo deve spiegare, è così declinata: non perché l’appalto non è stato mai affidato dalla centrale di committenza, ma perché più genericamente e ad ampio raggio «a tutt’oggi non esistono convenzioni stipulate dalla Cuc in merito a multiservizio tecnologico integrato…» eccetera.
Naturalmente la notizia, finora rimasta sottotraccia forse anche perché il Covid tende a prendere tutta la scena, ha provocato malumori e tensioni Che mettono a serio rischio il passaggio di dipendenti già formati alla Siram.
L’appalto finisce fuori regione, cosa certo già avvenuta per il Cup unico e l’assistenza domiciliare anche se in questi casi il territorio rimane in qualche modo coinvolto anche nelle nuove attività. La manutenzione di poliambulatori e ospedali, nevralgica sempre e ancor di più in tempi di emergenza sanitaria, al contrario finisce fuori regione in malo modo: è una decisione che sembra essere passata sulla testa di tutti. Vissuta negli ambienti così. Ed è probabilmente il peggiore dei modi.
rita iacobucci