Non si sa come finirà né fra quanto tempo, ma una cosa è certa: l’11 gennaio Siram Veolia non subentrerà nella manutenzione (e nella fornitura dei servizi energetici e tecnologici) degli ospedali e dei poliambulatori del Molise.
Lo ha deciso il presidente del Tar Molise Ignazio Silvestri che con decreto ha accolto in sessione monocratica la richiesta di sospensiva della Spinosa costruzioni, una delle ditte che si occupano da anni della manutenzione, in particolare delle strutture sanitarie pubbliche di Isernia e Venafro.
Spinosa, con gli avvocati Gabriele Di Paolo e Dover Scalera, ha impugnato la delibera del 26 novembre scorso con cui la direzione strategica dell’azienda sanitaria – il dg Florenzano e i direttori sanitario Scafarto e amministrativo Lastoria – ha aderito alla convenzione Mies 2 per 5 anni e implicitamente revocato (formalmente una revoca non c’è né la delibera in questione fa mai cenno alla procedura) la gara indetta dalla centrale unica di committenza regionale. Ha inoltre contestato nel ricorso la convenzione di Consip e la nota con cui il direttore dell’ufficio tecnico manutentivo dell’azienda sanitaria Casarella comunica il passaggio di consegne per l’11 gennaio. In linea generale, la censura è a una procedura che sottrae l’affidamento al regime concorrenziale.
Spinosa chiede anche di condannare Asrem, oltre che ai danni, a disporre la prosecuzione della procedura aperta tre anni fa e ferma all’apertura delle buste con le offerte: l’ultimo atto pubblico è un avviso che la rinvia dal 20 marzo 2018 a data diversa da stabilire.
La pronuncia di ieri muove dalla considerazione che le questioni prospettate dalla Spinosa col ricorso dovranno essere esaminate adeguatamente dal collegio, che sarà in seduta il 13 gennaio (udienza ancora una volta camerale e non ancora di merito). Di qui, l’esigenza di sospendere tutto.
Il primissimo round a una delle imprese locali che con l’adesione a Consip viene tagliata fuori dalla manutenzione delle strutture sanitarie. E che aveva partecipato alla gara bloccata nella primavera del 2018. Come Spinosa, alla procedura hanno fatto pervenire offerte anche Siram e, in Ati con questa, altre due ditte che attualmente curano gli ospedali, Omnia e Califel. Una gara, appunto, in cui ci si sfida alla luce del sole. In cui le aziende locali erano partner della multinazionale dell’energia – asso pigliatutto in Campania come le recenti inchieste di Report e Fanpage hanno portato a galla – mentre dopo l’adesione di Asrem alla convenzione Consip potranno sperare, come sembra al momento, solo in un subappalto. Siram invece si vede affidato tout court, in maniera diretta, un servizio per cui aveva ‘gareggiato’. Coincidenza, ma di fatto è così.
È quella gara uno degli elementi centrali della ricostruzione di Spinosa. Ferma a marzo 2018, fu sollecitata nei mesi successivi dalla direzione strategica guidata dall’ingegnere Sosto che l’aveva voluta. Non solo. Anche il commissario della sanità Giustini, interessato dall’Asrem su quello e altri appalti in ritardo, se ne occupò stilando alla centrale di committenza un cronoprogramma.
Si tratta di un appalto che non riguarda solo la manutenzione, il servizio attualmente reso da aziende locali sulla base di contratti risalenti e da troppo tempo in proroga. L’azienda sanitaria approvò a dicembre 2017 un bando omnicomprensivo: manutenzione edile, efficientamento e servizi energetici e tecnologici. E questo appalto bandì la Cuc. Secondo l’impresa edile di Isernia che si è rivolta alla giustizia amministrativa, il confronto – ai fini della valutazione del risparmio – va fatto con la nuova gara e non con quanto l’Asrem spende adesso in base a contratti firmati anni fa. L’adesione a Consip e la scelta di Siram costa a via Petrella 46,2 milioni per cinque anni. La base d’asta della gara 2017 è di 66 milioni per sette anni (e comprende due poliambulatori che nell’adesione a Consip non ci sono, Sant’Elia e Venafro). La differenza, calcola Spinosa, è del 4%. Sicuro che tra le offerte giunte per l’appalto Asrem non ci fossero proposte più economiche?
Che fine abbia fatto quell’appalto è una domanda che in questi giorni in molti si sono posti. In Consiglio regionale lo ha fatto la capogruppo del Pd Micaela Fanelli con un’interrogazione al governatore Donato Toma.
Magari, nel frattempo, qualche risposta potrà arrivare dal giudizio avviato da Spinosa al Tar. Che il 13 gennaio, con la costituzione delle parti in causa, vivrà la sua prima vera contesa.
rita iacobucci