Le notizie si sono rincorse per tutta la giornata. Anche le versioni e le indiscrezioni.
I fatti certi sono tre. Il primo: il tavolo tecnico che si occupa del disavanzo sanitario, per l’ennesima volta, ha bocciato il Molise.
La riunione, alla quale partecipano i vertici della Direzione della salute della Regione Molise (ma non il presidente Toma perché la sanità è commissariata), quelli dell’Asrem, i commissari Giustini e Grossi e i “capi” dei ministeri dell’Economia e della Salute, si è tenuta martedì pomeriggio in videoconferenza.
Pare che il ministero della Salute, in particolare, abbia reclamato il mancato raggiungimento degli obiettivi e chiesto al generale Giustini di essere più incisivo, revocando l’accreditamento alle strutture sanitarie private.
Quali strutture, visto che sono diverse?
Tra indiscrezioni e smentite, c’è chi riferisce che da Roma vorrebbero far fuori Neuromed e Cattolica, chi i “piccoli”. Villa Maria, Villa Esther, Igea Medica, eccetera, eccetera, per intenderci.
Grandi o piccoli, il commissario Giustini si sarebbe opposto, spiegando – detto in parole povere – che non si chiude una struttura sanitaria da un giorno all’altro. Invitando i vertici del Ministero a procedere in tal senso. Come dire: venite voi in Molise e chiudete tutto.
E aggiungendo – così pare – se queste sono le condizioni, io mi dimetto.
Qui si è conclusa la riunione di martedì.
Ieri mattina il commissario della sanità ha partecipato in videoconferenza ad un vertice con i sindacati. Nel corso dei lavori – almeno così riferisce chi era presente – ha spiegato di essersi dimesso, mancando le condizioni per proseguire nel mandato. La riunione è stata aggiornata al 20 gennaio e Giustini, salutando, ha assicurato la sua presenza.
Concludendo: il commissario si è dimesso o no?
Nessuno, tra gli addetti ai lavori, lo sa con certezza.
Gli altri due fatti certi? Uno: non c’è traccia formale delle dimissioni. Due: il generale non ha risposto al telefono per tutta la giornata.
ppm

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