«I medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, come tutto il personale sanitario, hanno la priorità nelle vaccinazioni». Lo ha detto ieri il ministro della Salute Roberto Speranza. E non potrebbe essere più d’accordo il segretario regionale dei Fismu Molise Ernesto La Vecchia.
Proteggeteci per proteggere, è in sintesi il messaggio del capo della Federazione italiana sindacale Medici uniti. Perché, come lo stesso Speranza pure ha ribadito ieri, i medici di base e i pediatri «avranno un ruolo fondamentale in fasi diverse della campagna di somministrazione del vaccino anti Covid-19». Impensabile che siano le Asl da sole a vaccinare ampi strati di popolazione, quando si esauriranno i target più settoriali (over 80, cronici, forze dell’ordine, personale dei trasporti e scuola). Sarà la medicina territoriale a entrare in campo quando la vaccinazione sarà di massa. Per questo, dicono i sindacati in questi giorni, la medicina territoriale va messa in sicurezza subito.
A differenza che in altre regioni, per esempio Sicilia e Piemonte, in Molise i medici di famiglia e i pediatri hanno ricevuto per ora solo una Pec, parecchi giorni fa, con cui l’Asrem chiedeva l’adesione o meno alla campagna vaccinale anti Covid. Ma, ad oggi, non sono stati ancora ricontattati. Non sanno quando e dove gli sarà somministrato l’antidoto della Pfizer.
In altre regioni, conferma La Vecchia, si è già partiti, per esempio a Torino il giorno dell’Epifania e si sta anzi completando la campagna. In Molise si è partiti solo con 118 e Usca per quanto riguarda il personale convenzionato.
La Vecchia perciò chiede «con forza alla Regione di programmare subito il calendario di vaccinazione anti Covid agli operatori sanitari del territorio, 118, guardia medica, Usca, medici di famiglia, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali. Grazie all’abnegazione, professionalità e sacrificio di questi professionisti – aggiunge – si è arginato il sovraccarico di pazienti che avrebbe potuto interessare ancora di più le strutture ospedaliere già al limite del collasso. Perché rimandare quello che poteva essere fatto subito, perché continuiamo ad essere medici di serie B? O paghiamo lo scotto di lavorare in Molise? E se questi ritardi e queste non attenzioni fossero le concause dell’astensione ai concorsi in questa regione?».
La sua non è una polemica, spiega il dottore a Primo Piano, ma una sollecitazione forte alla politica regionale «a meditare e a far sentire la propria voce assente da troppo tempo. Ora serve la giusta attenzione e considerazione altrimenti la cittadinanza tutta pagherà amaramente ritardi oramai insopportabili. Basta chiamarci eroi, siamo professionisti che svolgono il loro compito e per questo vogliamo essere rispettati e non trascurati. Chiediamo una netta inversione delle procedure, anche guardando al resto di Italia, per esempio in Piemonte o anche in Sicilia».
Il segretario Fismo conclude con un’annotazione amara, anche alla luce dei numerosi contagi che stanno si stanno registrando negli ultimi giorni fra i medici di base in regione: «L’unico tampone anti Covid ai medici di famiglia è stato effettuato lo scorso 1° maggio 2020. Abbiamo bisogno di poter aver fiducia delle istituzioni. Se non ora, quando?».

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