Delegata dalla procura di Campobasso ai militari del Nas, l’indagine sulla gestione dell’emergenza Covid – in particolare per quanto riguarda il profilo dell’assistenza – non è nella fase iniziale ma neanche alle battute finali.
Pochissime, come è suo costume, sono invece le battute strappate al capo dell’ufficio inquirente Nicola D’Angelo sulla vicenda a margine della conferenza stampa di ieri sugli arresti per tentata estorsione. Di certo, c’è la conferma da parte sua delle notizie circolate mercoledì sull’apertura di un fascicolo sulle circostanze denunciate dal Comitato verità e dignità per le vittime del Covid-19. Un esposto di metà dicembre scorso in cui venivano ripercorse le criticità riscontrate dai parenti di persone che purtroppo non ce l’hanno fatta e sono state ricoverate al Cardarelli. Ma altre criticità sono quelle segnalate, alla stessa Asrem e alla Regione, dal Nas a valle dei suoi controlli ordinari: campanelli dei letti dei pazienti del reparto Covid del 5° piano che non funzionano, per esempio. E sul tavolo del procuratore D’Angelo e dei suoi colleghi procuratori di Isernia Fucci e di Larino Ginefra c’è ora anche la denuncia del commissario della sanità Angelo Giustini che ha riproposto i rilievi del Nas e aggiunto quelli che ha riscontrato lui stesso in un sopralluogo al Cardarelli: commistione di percorsi e separazione non sicura fra i reparti Covid e non Covid. Rilievi a cui l’azienda sanitaria aveva replicato con una relazione del responsabile del blocco operatorio Flocco (che però rispondeva ovviamente solo per il suo reparto) e che Giustini ha ribadito nell’esposto alle procure inviato pure al governo nazionale. Ultima tappa di questa complessa e difficile vicenda, l’ispezione ministeriale disposta dal dg del ministero della Salute Urbani e svoltasi al Cardarelli, al San Timoteo, al Vietri e al Veneziale la scorsa settimana.
«Prima facciamo le indagini, poi capiremo bene le cose», ha detto ieri D’Angelo ai cronisti che lo incalzavano. «Stiamo seguendo queste situazioni già da tempo, il Nas le sta seguendo da tempo. Ci siamo fatti già delle idee, stiamo aspettando anche la relazione del Ministero che depositeranno fra circa 30 giorni per intrecciare quei dati con i nostri e svilupparli meglio. Non siamo all’alba – così il procuratore di Campobasso – e non siamo alla fine».