Informativa Covid ‘pirotecnica’ come spesso accade, da parte del governatore ieri in Consiglio. Al netto del caso Salcito-Vietri, tra le altre informazioni, il governatore Donato Toma ha dato quella della pubblicazione del bando epr 63 fra medici, infermieri e Oss. E quella sulla data dell’avvio della campagna vaccinale per gli over 80: dovrebbe partire, salvo imprevisti, venerdì 19 febbraio. Le adesioni continuano sulla piattaforma disponibile sul sito della Regione e dell’Asrem. Lunedì sera erano 13mila. E i punti vaccinali allestiti o allestibili sono diventati 12.
Intanto, tra gli altri atti, l’Aula ha approvato all’unanimità la mozione dei 5s, prima firmataria Patrizia Manzo, sull’assistenza domiciliare dei pazienti Covid. il documento impegna il presidente della Regione a interessare l’unità di crisi affinché si potenzi con tempestività il numero delle Usca nel territorio interessato, coerentemente al numero di abitanti e all’incidenza della malattia, per garantire un’assistenza tempestiva ai tanti positivi a domicilio. Toma dovrà relazionare sulle decisioni prese già al prossimo Consiglio.
La mozione, commenta Manzo a margine della seduta, «è incentrata sulla gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SarsCov2, ma vuole avere una visione più ampia, sull’intera gestione della pandemia in Molise. Quando parliamo di sanità, si parla sempre di ospedalizzazione, con un visione politica ospedalocentrica che tuttavia dimentica alcuni passaggi a monte. In Molise, infatti, manca un’assistenza efficace sul territorio di supporto ai medici di medicina generale e alle comunità, mancano luoghi per paucisintomatici, per le sub intensive, poco si sta facendo per evitare accessi impropri ai pronto soccorso. Inoltre non è chiaro come si voglia curare chi esce da una terapia intensiva, non si affronta il problema della riabilitazione e molti medici di medicina generale sono lasciati soli». Invece, prosegue, bisogna mettere in rete i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta, «che conoscono le comunità in termini sanitari e sociali, con il personale Usca adeguatamente formato e con eventuali unità di assistenza presenti sul territorio, perché insieme possono avere un ruolo cruciale soprattutto per individuare i soggetti a rischio contagio e segnalare i casi sospetti».