A Roma ha inviato la mozione del Consiglio regionale, che lo impegna a chiedere l’aiuto dell’Esercito. «Ho formalizzato e ufficializzato al governo la richiesta», dice nel pomeriggio Donato Toma.
«Se arrivano anche i posti letto di terapia intensiva della Difesa ben vengano», prosegue. Non prende parte alla decisione, non tifa per nessuna soluzione, ribadisce. Da autorità regionale di protezione civile, il governatore dà il suo apporto al sistema sanitario al collasso, ma la sanità – non si stanca di ricordarlo – è affidata al commissario inviato dal governo a dicembre 2018.
In mattinata ha riunito l’unità di crisi ristretta perché – dopo una decina di giorni sulle montagne russe – è arrivata una nuova proposta del gruppo Neuromed. Alla riunione, naturalmente, Angelo Giustini (oltre alla sub Grossi) cui tocca poi formalizzare il tutto, visto che la contrattualizzazione dei posti letto è competenza del commissario.
Dopo una prima ricognizione a inizio dicembre, che gli era stata chiesta con ordinanza da Toma, ricognizione andata a vuoto, adesso – mentre l’emergenza infuria da giorni spinta dalla variante inglese e dalla mancanza di soluzioni gestionali di struttura commissariale e Asrem idonee a garantire l’assistenza Covid e per molti aspetti quella non Covid – da uno dei due privati accreditati con la Regione arriva la disponibilità di 12 posti di intensiva e sub intensiva. Sette i primi e 5 i secondi, ma possono all’occorrenza diventare tutti e 12 di rianimazione se serve.
Questa la decisione al summit di ieri con i vertici dei dg Salute, Asrem, Neuromed e Gemelli. Dal Gemelli saranno trasferiti a Pozzilli i pazienti di terapia intensiva Covid (che continuano a non figurare nel bollettino Asrem). E resta quindi un gruzzolo di 6-8 posti in questo momento preziosi, anche se non risolutivi. «Il 3 marzo – conferma Toma – arrivano i moduli di terapia intensiva removibli al Cardarelli».
Al Gemelli, però, restano solo 10 posti letto per paucisintomatici. Queste le indicazioni venute fuori dal vertice. E che il decreto di Giustini renderà in maniera ufficiale e più precisa. L’operatività, precisa il governatore, è urgente, da stamane si dovrebbe partire.
«Prima ancora che arrivare il responso ufficiale sulla circolazione della variante inglese, ho decretato la zona rossa in basso Molise. Se la contrattualizzazione dei privati fosse stata fatta mesi fa, magari a luglio, qualche problema si sarebbe potuto evitare».
A luglio, invece, furono inviati a Roma due piani Covid, uno del commissario e l’altro di sub commissaria, dg Salute e Asrem. Poi si trovò la ‘pace’ su quello che prevede l’hub all’ex hospice di Larino (e che solo due giorni fa ha visto l’approvazione del progetto esecutivo per uno degli interventi da parte dell’Asrem che è soggetto attuatore).
Toma però ha un altro ruolo. Eppure, constata con amarezza, in questi giorni viene attaccato anche violentemente sui social. Perfino da sacerdoti, sottolinea. O dalla giovane molisana che gli addebita di aver inviato dati falsi a Roma sulle terapie intensive. «Io non mando nessun dato a Roma, la sanità non la gestisco io. Accetto le critiche ma non le offese sui social. Un clima di odio che mi preoccupano non tanto per me quanto per le conseguenze che potrebbe avere la mia famiglia». Per questo, conclude, ha inviato molte cose all’attenzione delle forze dell’ordine.
r.i.