Il pressing è forte: seppure una certezza sulla sostituzione di Angelo Giustini nelle funzioni di commissario della sanità molisana ancora non c’è, che l’operazione si farà è opinione comune negli ambienti politici, di ogni colore siano e qualunque approccio o giudizio abbiano sulla conduzione dell’incarico da parte del generale.
Un’inchiesta del genere, con accuse per il momento così rilevanti, fa propendere i più per un avvicendamento che tuteli anche il diretto interessato. E comunque non esponga l’esecutivo nazionale che è di fatto il ‘capo’ del commissario.
La partita sul ‘chi’ al posto di Giustini dunque è tutta interna alla nuova, ampia, maggioranza che sostiene il governo Draghi. Il centrodestra gioca la carta del presidente della Regione, l’incompatibilità sancita per volontà dei 5s nel 2018 è stata infatti dichiarata incostituzionale. Il governatore o ancora un esterno è tornato ad essere una scelta. Donato Toma al suo arco ha le frecce Lega e Forza Italia, gli azzurri ora sono nella stanza di bottoni agli Affari regionali con Mariastella Gelmini. L’altro fronte, più variegato e alle prese con la costruzione di un’alleanza che vada oltre questa legislatura, è sostanzialmente costituito da 5s, Pd e Leu. Tutti d’accordo che non debba essere Toma. Tutti d’accordo, e questa è una novità di rilievo per lo ‘storico’ del Movimento e della sinistra, su un altro nome. Avrebbero infatti trovato una sintesi. E quella sintesi sarebbe sul tavolo del ministro Speranza. Chiarito che il Mef da mesi contestava a Giustini grossi inadempimenti del suo mandato, la palla sembra stare molto nella parte del campo della Salute.
Chi vincerà? Il verdetto, per forza, in questa settimana. Per venerdì, se non prima, è previsto un Consiglio dei ministri per il decreto Sostegni.
Dal territorio arrivano quindi puntellamenti delle posizioni. Così il senatore Fabrizio Ortis, ex 5 Stelle: «Ben venga la fine del commissariamento alla sanità del Molise a guida Giustini, ora è importante che ‘il Governo dei migliori’ non conferisca l’incarico al buon Toma, che nulla ha a che vedere con la parola ‘migliore’: la sua manifesta inadeguatezza è sottoscritta dal governatore stesso, unico in Italia durante questa fase di emergenza sanitaria a chiedere al governo centrale di essere messo ‘in zona rossa’, alzando bandiera bianca e certificando così il suo fallimento gestionale».
Anche Leu regionale, con Nicola Palombo, si muove e a Speranza dice: «Sostituire Giustini con Toma significherebbe passare dal disastro, alla promozione della sciagura. Dalla padella alla brace. Una non soluzione che vorrebbe dire affossare definitivamente il Molise e i molisani». Piuttosto gli chiede di «individuare un percorso che possa portare l’estensione del decreto Calabria al Molise, con un super commissario al quale risponda l’Asrem e che abbia anche i poteri di protezione civile, che si occupi sì del rientro del debito sanitario, ma soprattutto della gestione dell’emergenza».