Draghi striglia le Regioni durante il suo discorso in Senato prima del Consiglio europeo: il governo, dice il premier, sta lavorando «per compensare i ritardi di questi mesi» e l’obiettivo è arrivare a mezzo milione di dosi al giorno ma «è altrettanto cruciale vaccinare prima gli anziani» e di qui il richiamo ai governatori. «Mentre alcune Regioni seguono le indicazioni del ministero della Salute, altre trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale».
In un’intervista al Corriere della Sera il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, che sta seguendo direttamente la partita insieme al commissario straordinario Figliuolo, invece detta la linea per quando saranno terminate le campagne per categoria. Si torni alle fasce d’età, è l’imperativo.
Entro fine mese arriveranno 4 milioni e mezzo di dosi, allo sforzo del governo – se confermato dalle consegne – deve corrispondere un maggiore coordinamento da parte delle Regioni. E bisogna seguire, aggiunge Curcio, «le indicazioni contenute nel piano. Ora che si finirà di vaccinare gli ultra ottantenni, le categorie fragili, i docenti, le forze armate, di polizia e di protezione civile bisogna tornare alle fasce di età. L’unico criterio deve essere questo». Non è possibile, sottolinea poi, che i governatori possano procedere in maniera diversa: «Quando AstraZeneca veniva somministrato con alcune limitazioni per fasce di età il piano è stato variato inserendo i servizi essenziali e ogni Regione ha deciso per sé. Dall’11 marzo tutto è cambiato. Lo prevede il decreto in vigore condiviso con i governatori. Procedere per categorie non va bene, causa problemi». E alimenta i furbetti.
«Se bisogna chiudere una coda, per esempio per gli insegnanti , va bene. Ma che non diventi saltare la fila. Procedere per anno di nascita – conclude sul punto l’ingegnere Curcio – è l’unico criterio oggettivo».
La Protezione civile è pronta a fare la sua parte e può contare su almeno 200mila volontari. «Credo che debbano essere creati “Hotspot vaccinali” in ogni città. Siamo pronti anche ad allestirli», ancora Curcio che dà anche l’idea di come: «Le linee guida su cui stiamo lavorando tutti insieme saranno uguali ovunque: grande parcheggio, entrate e uscite separate, area di attesa, medici che verificano le condizioni di idoneità, sale per l’inoculazione e altre dove aspettare i 15 minuti obbligatori».
Accanto agli hotspot, il ruolo fondamentale di farmacie e medici di base: «Dobbiamo essere veloci, arrivare ovunque in ogni modo possibile e la Protezione civile avrà un ruolo fondamentale logistico e pratico».

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