Oggi pomeriggio alle 17 è convocato il Consiglio dei ministri. All’ordine del giorno, la nomina del commissario della sanità in Molise.
A Roma si recherà quindi il governatore Donato Toma di cui l’esecutivo deve acquisire il ‘sentito’: un assenso o una presa d’atto. Comunque non una dichiarazione di guerra. La vigilia è stata tempestata di voci, insistenti. Intanto, le ultime conferme sul nome: Flori Degrassi, da due giorni non più dg dell’Asl Roma 2, in pensione da direttore generale e voluta dal ministero della Salute. Lunga e proficua carriera nella sanità laziale di centrosinistra, apprezzata però si dice anche oltre quel recinto politico.
Le voci, quindi le cose non certe, riguardano i suoi poteri. Complice anche una battaglia della sinistra molto forte, Sinistra italiana e l’associazione Tedeschi ieri hanno ribadito la richiesta di un decreto Calabria anche per il Molise, pare che nel provvedimento di nomina siano stati inseriti poteri maggiori rispetto a quelli attribuiti a Giustini: 26 compiti e non 20, ma potrebbe trattarsi anche solo di specifiche riguardanti l’emergenza Covid che nel 2018 non c’era. Sembra, sempre da voci, che sarebbe stato incardinato il potere di rimuovere il vertice della Asl (che in verità, in presenza di inadempienze dell’Asrem, è insito nei poteri del commissario).
Qualche ora di attesa e si conoscerà la verità. Anche sul nome del sub commissario, le indiscrezioni danno ancora la manager veneta Annamaria Tomasella. L’equilibrio, visto che il governo ha una maggioranza che arriva a Forza Italia, stavolta è più complicato. Toma si aspetta un uomo (o donna) del Mef, che abbia competenze sui bilanci.
Il governatore Toma non si sbottona. «Ho molta fiducia in questo governo, c’è stata un’interlocuzione, vedremo domani (oggi, ndr) quale sarà il risultato dell’interlocuzione», dice. E aggiunge, a rafforzare probabilmente le sue richieste di ‘bilanciamento’ nella cosiddetta interlocuzione: «Penso anche che i tecnici non dovrebbero avere colore politico».
ritai
