Tetti di spesa e contratti con le strutture private? Se le cliniche rifiutano la stipula, sospensione dell’accreditamento. Dalla Regione non è stato trasferito alla sanità tutto il dovuto? Il successore di Giustini ha mandato di predisporre un piano di restituzione. Gli obiettivi del dg Asrem, poi, li definisce e assegna lei, Flori Degrassi.
Nelle indiscrezioni della vigilia, la ‘licenza di uccidere’ – per sdrammatizzare citando Fleming – sembrava tutta focalizzata su via Petrella (Degrassi avrà il potere di rimuovere il vertice dell’azienda, si era sussurrato sull’onda evocativa del Calabria bis). Così non è. La ‘licenza di uccidere’ vale nei confronti di tutti: convenzionati, Regione e Asrem.
Sulla carta, la struttura commissariale ricostituita due giorni fa a Palazzo Chigi ha compiti precisi, dalla lettura della bozza di provvedimento emergono sottolineature quasi pignole sulla scorta della prima esperienza di commissariamento esterno della sanità del Molise: i due anni e poco più del generale Giustini e della ex dg Grossi. Su di loro il tavolo tecnico era stato chiaro: la struttura commissariale della sanità del Molise va rinnovata. Evidente dalle premesse della delibera che la coordinatrice Adduce (plenipotenziario del Mef) avesse avviato questo finale: esiti delle periodiche riunioni tutti negativi, importanti criticità nell’attuazione del piano di rientro e nell’attuazione del mandato commissariale. Emblema della bocciatura, l’interruzione del collegamento del tavolo in videoconferenza a ottobre: ci risentiamo quando la struttura commissariale sarà preparata.
Giustini e Grossi poi si sono dimessi, il primo l’11 marzo e la sub il 16. Per entrambi i profili, rammenta stavolta il governo Draghi (il memorandum nel 2018 non c’era), il decreto 159/2007 prevede che gli oneri della gestione commissariale siano a carico della Regione interessata che mette «altresì a disposizione del commissario e del sub commissario il personale, gli uffici e i mezzi necessari all’espletamento dell’incarico». Non il Calabria bis, peraltro ancora inattuato nella sua previsione di uno staff di 25 persone per i commissari, ma nero su bianco la soluzione di una delle tante diatribe sorte in questi due anni.
All’ex dg dell’Asl Roma 1, che ha «comprovata professionalità ed esperienza nel campo della programmazione, dell’organizzazione e della gestione sanitaria» – coadiuvata dall’ex direttrice amministrativa dell’Asl Marca Trevigiana Annamaria Tomasella, che ha specifica esperienza in organizzazione e gestione sanitaria – il governo ha assegnato 26 interventi e un incarico prioritario, cioè l’adozione e attuazione del piano operativo 19-21 e la predisposizione di quello 22-24 (è sparito il riferimento al completamento dell’attuazione del Pos di Frattura).
Quanto agli interventi, i più corposi e impattanti: programmazione e definizione della gestione dell’emergenza Covid compreso il monitoraggio sull’attuazione degli interventi. E poi la riorganizzazione delle reti – ospedaliera, emergenza urgenza e tempo dipendenti nonché specialistiche – in coerenza col decreto Balduzzi e le indicazioni dei tavoli tecnici, gli accordi di confine, la corretta applicazione delle procedure di autorizzazione e accreditamento, la definizione dei tetti di spesa e dei conseguenti contratti coi privati con l’attivazione, in caso di mancata stipula, della sospensione dell’accreditamento (su questo il 29 dicembre ci fu lo scontro fra Giustini e i dirigenti del ministero della Salute), nonché la tempestiva applicazione dei controlli amministrativo-contabili per la verifica dell’appropriatezza delle prestazioni erogate dai privati accreditati e delle azioni conseguenti. Ancora, la definizione e l’assegnazione degli obiettivi al dg Asrem in coerenza col piano di rientro, il puntuale monitoraggio delle rilevazioni del bilancio regionale riguardo alle risorse destinate alla sanità e la verifica del loro trasferimento con predisposizione di un piano di restituzione di quelle non ancora erogate. Ultimo ‘rimbrotto’: Degrassi dovrà adottare iniziative per migliorare i flussi informativi (i dati che vanno verso Roma) in termini di completezza e qualità.
A una manager di lunghissimo corso, abituata a governare sistemi sanitari complessi anche in tempi difficili di debito e necessario rientro, il governo Draghi non ha dato la pistola di James Bond (un contributo finanziario per esempio) insieme alla licenza di uccidere. Ma strumenti più incisivi, competenze e indicazione di chi deve metterle a disposizione uffici e mezzi – nero su bianco e non da andare a ritrovare – questo sì.
Dicono che Speranza si sia intestardito, abbia tirato dritto sul nome di Degrassi e sul peso da dare alle sue possibilità di intervento per portare il Molise fuori dal piano di rientro. Se così è, a quanto pare gli altri alleati alla fine hanno capitolato.
ritai