Una veglia per le vittime, che oggi sono quasi 470. Francesco Mancini non dimentica mai di ricordarlo: suo padre, morto a novembre, è la vittima numero 62 del Covid in Molise.
In piazza Municipio, di fronte al Tribunale di Campobasso, la protesta del collettivo ‘Cacciamoli’. Tra gli altri i contributi di Emilio Izzo, che ha annunciato un prossimo sit-in davanti alla giunta regionale il 20 maggio, di Andrea Di Paolo del Soa. Alla vigilia non sono mancate le polemiche fra le varie realtà che si occupano di difesa della sanità pubblica, ‘Cacciamoli’ di Izzo e il Forum in particolare, ma alla manifestazione è stato rivendicato il diritto ad avere posizioni differenziate.
In comune, i soggetti che erano in presidio, hanno la bocciatura senza appello della gestione sanitaria del Covid da parte dei vertici istituzionali e sanitari della regione e la richiesta di risposte alla magistratura.
«Una gestione fallimentare – ha sottolineato Mancini che presiede il comitato vittime – Basti pensare all’aumento delle morti da novembre a oggi. Noi familiari abbiamo potuto constatare, attraverso il racconto dei nostri parenti come nel caso di mio padre, che infermieri e medici hanno dovuto affrontare l’emergenza con squadre misere dal punto di vista numerico». Mancanza di personale e di posti letto, ha aggiunto Nadia Perrella, «che hanno causato una mancanza di assistenza adeguata, molti parenti delle vittime raccontano di pazienti abbandonati. Mia madre è rimasta due giorni in pronto soccorso. Poi l’hanno tenuta nel reparto ‘anziano fragile’, legata perché pare che si togliesse la mascherina. Dopo tutto quello che è venuto fuori mi viene il dubbio che se la toglieva perché non riusciva a respirare, perché in realtà l’ossigeno non era sufficiente per tutti». Nadia ha chiesto in quei giorni di poter parlare con sua madre, anziana e che non riusciva a usare un cellulare. «Mi dicevano che non era possibile, che non si poteva entrare coi telefoni. Quindi l’ho vista caricare in ambulanza e non l’ho vista più».
Numerose le denunce presentate dal comitato che chiede di accertare tutte le responsabilità. «Siamo qui per sensibilizzare la procura – ha concluso Mancini – da cui non abbiamo avuto altro, in riscontro, che l’avviso di garanzia all’ex commissario Giustini finora. Ma noi abbiamo presentato esposti precisi, non possono accantonarli».