È aumentata la fiducia nella vaccinazione contro il Covid rispetto ai primi giorni di gennaio. Adesso si pongono meno domande sull’immunizzazione in sé. «Purtroppo adesso quella ricorrente è: quale vaccino mi somministrate? Con tutta la campagna che c’è stata le persone arrivano un po’ timorose riguardo ad AstraZeneca. Ma devo dire che anche quando lo abbiamo somministrato qui si sono affidate completamente, forse perché all’interno dell’ospedale si sentono più protette».
Quasi 16mila somministrazioni, una sola reazione rilevante subito affrontata (vertigini che però potevano anche essere non legate alla vaccinazione) e da ieri un centro più ampio e logisticamente separato dall’area ospedaliera messo a disposizione dall’Asrem. Antonietta Licianci, responsabile del punto vaccinale, lo presidia continuamente. Dell’equipe, composta da un nucleo fisso e da volontari che ruotano, fa parte integrante anche per quanto riguardo alle iniezioni: se serve, lascia il lavoro di coordinamento e informazione all’utenza ed ‘entra in campo’. «Abbiamo raggiunto un traguardo molto importante. Non sapevamo neanche di avere tutta questa forza. Il segreto, ritengo, è crederci: così – aggiunge la coordinatrice delle professioni infermieristiche del Cardarelli – si raggiungono risultati».
Lo spazio ora è più ampio e mette al riparo dal rischio assembramenti. La nuova location è più comoda anche per chi voglia usufruire della somministrazione in auto per anziani o persone con disabilità che possono essere trasportati dai familiari fino al Cardarelli. Si entra accanto alla mensa, subito la registrazione con Monia che si occupa dell’anamnesi: malattie, eventuali allergie e terapie farmacologiche. «A loro poi consegno un modulo informativo con numeri da contattare in caso di eventuali reazioni». E compila la scheda che bisognerà portare all’appuntamento per la seconda dose.
Un’area separata dal resto è dedicata alla preparazione delle dosi. Dal flaconcino di Comirnaty, precisa e meticolosa, Milena estrae le d’ordinanza. I convocati sono soggetti estremamente vulnerabili e over 80 per i richiami: è un ‘giorno Pfizer’. Come ogni mercoledì e giovedì, inoltre, c’è un medico allergologo per le somministrazioni.
«Organizzazione impeccabile, professionale e piena di umanità. La prima dose l’ho fatta nell’altra sede vaccinale sempre qui al Cardarelli, oggi sono qui per la seconda. Le mie colleghe – racconta un’infermiera che non è in servizio all’ospedale regionale – sono state di grandissimo aiuto agli anziani. Li hanno rassicurati, hanno compiuto i gesti giusti con tanta dolcezza. Si parla sempre male dell’ospedale, della sanità molisana in genere, ma non è giusto generalizzare. Le cose positive vanno evidenziate».
Amira Colagiovanni è l’allergologa che presiede la seduta. Per i pazienti allergici, spiega, viene effettuata un’anamnesi molto approfondita prima dell’indicazione se fare o meno il vaccino. Si tratta, ad esempio, di chi «è allergico a un vaccino o chi ha avuto una reazione avversa a un farmaco. Finora tutti questi pazienti sono stati studiati, sono state seguite le linee guida e non abbiamo avuto nessun problema. Tutti sono riusciti a vaccinarsi, anche le persone più a rischio, felici di farlo in ambiente protetto».
r.i.