Risparmi e organizzazione dei servizi, in sanità, sono elementi inscindibili. Il rovesciamento del concetto, dal negativo ‘tagli’ al positivo ‘riorganizzazione’, Flori Degrassi lo compie assertiva ma non superba, con naturalezza. Alla domanda se sia stata inviata da Roma solo per tagliare la spesa e cercare di recuperare il disavanzo o anche per riorganizzare la sanità risponde infatti: «Il commissario fa entrambe le funzioni, anche perché di solito l’organizzazione sanitaria è collegata al livello di spesa. È assolutamente indissolubile».
L’inseguimento, metaforico, dei giornalisti si conclude a Isernia. Commissario dal 31 marzo, si è insediata il 12 aprile, l’ex dg dell’Asl Roma 2 ha parlato già con gli atti – dal piano vaccinale al reclutamento degli specializzandi per la campagna di immunizzazione e alla proroga dei medici venezuelani – ma con la stampa era rimasta sostanzialmente in silenzio.
All’inaugurazione dei sei posti di terapia intensiva aggiuntivi realizzati al Veneziale, cede. Ed esprime concetti chiari ed equilibrati: non necessariamente e non in assoluto sarà un tagliatore di reparti (e teste), di sicuro non indulgerà in atteggiamenti buonisti o, peggio, più da politico che da manager di un sistema sanitario da risanare, di nuovo, e da ricostruire.
Dopo una prima analisi dell’esistente, Degrassi coglie intanto che questa è una regione complessa «dal punto di vista se non altro orografico, così dispersa e così poco popolata. È un problema che poi si vede a tutti i livelli, per esempio i vaccini. È una situazione abbastanza particolare».
Tagli e riorganizzazione: il binomio è ancora più complesso della condizione orografica del Molise. Per questo, probabilmente, alla sua prima uscita pubblica la neo commissario fa appello alla collaborazione «perché è chiaro che una persona o due persone non possono cambiare un sistema. Con la collaborazione di tutti credo che si possa cercare di uscire quanto prima da questa situazione. Quattordici anni di commissariamento: oggettivamente è troppo lunga», ammette. E conferma così implicitamente l’obiettivo che a Termoli qualche giorno fa aveva anticipato la sub Annamaria Tomasella: portare il Molise fuori dal commissariamento al più presto possibile.
Nessun giudizio, al momento, prosegue Degrassi: «Devo farmi un’idea complessiva, sarebbe non opportuno e anche ingiusto dare dei giudizi». La situazione in generale non le era sconosciuta, però. «Sapevo da tempo che c’erano problemi, credo che la cosa più rilevante di questa regione, che poi riguarda le aree periferiche di tutte le regioni, sia l’acquisizione di personale, quindi bisogna lavorare per diventare attrattivi. La cosa che mi pare più strana è che ci sia un disamoramento delle persone rispetto al proprio sistema, bisogna lavorare per rendere il sistema più amato. Parlo dell’appartenenza degli operatori, certo, ma parlo anche della popolazione. Se la popolazione si riconosce nel suo sistema va tutto meglio».
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