La Quarta commissione di Palazzo D’Aimmo, presieduta da Nicola Cavaliere, ha dato ieri pomeriggio via libera al piano di dimensionamento scolastico per l’anno 2024/2025. La maggioranza di centrodestra ha espresso parere favorevole alla delibera con cui la giunta ha deciso, il 22 dicembre scorso, la da 52 a 49 autonomie scolastiche (in base ai criteri dettati dalle norme nazionali) «con le seguenti determinazioni: la soppressione dell’autonomia scolastica di un Istituto Comprensivo nella città di Termoli con riduzione dagli attuali quattro a tre Istituti Comprensivi; la soppressione dell’autonomia scolastica dell’Istituto“Pilla”di Campobasso con l’accorpamento all’Istituto “Marconi”, all’Istituto “Pertini-Montini-Cuoco” ed all’Agrario; la soppressione dell’autonomia scolastica di un Istituto Comprensivo nel contesto urbano della città di Venafro con riduzione degli attuali tre a due Istituti Comprensivi».
Nella tabelle allegate al provvedimento, però, la cancellazione di una dirigenza a Venafro non risultava. Ieri pomeriggio, è stata pubblicata all’albo pretorio una seconda delibera di giunta sul piano di dimensionamento che «in ragione delle motivazioni e delle sopraggiunte esigenze rappresentate nel documento istruttorio e alla luce dei nuovi Allegati B e C nonché della nota Usr Molise allegata», specifica (anche nelle tabelle) che a Venafro è saltato il Don Giulio Testa.
In città restano quindi due comprensivi: il Pilla-Don Giulio Testa e il Giordano-Don Giulio Testa (che è omnicomprensivo). Di questo più chiaro orientamento dell’esecutivo, il Consiglio – anche attraverso un emendamento al piano licenziato dalla Commissione – non potrà che prendere atto.
Ripercorriamo le tappe. Nella nota inviata dall’Ufficio scolastico regionale il 22 dicembre, la neo dirigente Chimisso, dopo aver illustrato i criteri seguiti, formulava questa proposta: «La soppressione dell’autonomia scolastica di un istituto comprensivo nella città di Termoli, con riduzione dagli attuali quattro a tre istituti comprensivi per l’a.s. 2024/25; la soppressione dell’autonomia scolastica di un istituto comprensivo nella città di Campobasso, con riduzione dagli attuali cinque a quattro istituti comprensivi per l’a.s. 2024/25; la soppressione dell’autonomia scolastica dell’istituto “Pilla” di Campobasso con l’accorpamento all’Istituto tecnico “Marconi” dell’indirizzo “costruzioni, ambiente e territorio” e “grafica e comunicazione” e l’istituzione di un polo tecnico; la soppressione dell’autonomia scolastica dell’istituto “Pilla” di Campobasso con l’accorpamento all’Istituto tecnico-professionale “Pertini-Montini-Cuoco” dell’indirizzo “tecnico economico” e “agrario Ipsars” e l’istituzione di un polo tecnico-professionale; Inoltre, ai fini dell’eliminazione della duplicazione di indirizzi nelle secondarie di secondo grado, si propone di far transitare il liceo linguistico attualmente funzionante presso l’Istituto tecnico professionale “Pertini-Montini-Cuoco” al Liceo Galanti, con l’istituzione di un polo liceale».
La possibilità di cancellare un’autonomia a Venafro, in quella comunicazione, era indicata al termine della missiva come alternativa, senza specificare quale dirigenza avrebbe potuto saltare. E, come già visto, era però contemplata nel dispositivo della delibera.
Ieri, l’Usr ha inoltrato un’integrazione, a cui subito l’esecutivo ha dato via libera. «Ad integrazione – si legge nella comunicazione – del nostro parere per il piano di dimensionamento regionale a.s. 2024/25 (…), come già indicato, in alternativa ad una delle tre proposte formulate (soppressione dell’autonomia scolastica di un istituto comprensivo nella città di Campobasso, con riduzione dagli attuali cinque a quattro istituti comprensivi), si può sopprimere l’autonomia scolastica di un istituto comprensivo (I.C. “Don Giulio Testa) della città di Venafro, con riduzione dagli attuali tre a due istituti comprensivi, dei quali un omnicomprensivo, come da tabella allegata».
Al di là di questo tira e molla epistolare e burocratico, proteste arrivano dalle opposizioni. Alessandra Salvatore, capogruppo del Pd, ne fa una questione di metodo ma anche di merito: «Non si possono approvare documenti così importanti a pochi giorni dalla fine dell’anno, senza alcun coinvolgimento, perché – ha spiegato al termine dei lavori della commissione – non si sono svolte affatto audizioni, e senza quindi approfondire su quali autonomie andare a incidere e come».
ppm

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