Primo banco di prova il piano di dimensionamento 2024-2025. L’anno prossimo «gli studenti troveranno le stesse classi e gli stessi insegnanti», ribadisce Maria (Maricetta per tutti) Chimisso rassicurando che le decisioni riguardanti le dirigenze non avranno alcun riflesso sulla didattica.
Non cambierà nulla, sottolinea quindi la dirigente dell’Usr. Anzi, dal necessario confronto fra le autonomie che sono state accorpate può nascere qualcosa di buono in termini di crescita.
«Il cambiamento crea una legittima reazione di ansia, quindi è comprensibile venga visto con diffidenza. Ma io sono convinta che l’aggregazione fra le scuole non sia qualcosa di automaticamente negativo. Al contrario, favorisce la crescita, l’unione, il confronto fra generazioni», ragiona Chimisso. Aggregare, soprattutto in regioni con piccoli numeri come il Molise (numeri destinati a diminuire ancora), vuol dire salvare il futuro dell’istituzione scuola, rafforzandone tutti i gradi.
In base alla deroga concessa col Milleproroghe la Regione ha cancellato due dirigenze e non tre, il Pilla di Campobasso e il comprensivo di Ripalimosani. Ma nei prossimi anni il processo andrà avanti e la strada per tutelare il presidio di formazione e cultura – quale è la scuola – dalle conseguenze nefaste dello spopolamento per Chimisso non passa dalla protesta o dalle barricate contro la soppressione delle presidenze.
L’obiettivo del suo mandato triennale è di dare rilievo al settore tecnico-professionale. «Non solo e non tanto per l’esperienza professionale che ho maturato io (è stata preside dell’Alberghiero di Termoli più volte premiato anche per i progetti di inclusione realizzati). Piuttosto – spiega – perché sono convinta che l’esperienza è una chiave di interpretazione della realtà in cui viviamo. Se puntiamo tutto e solo sull’istruzione liceale, importantissima certo, i ragazzi non troveranno qui in regione gli sbocchi necessari a realizzarsi e giocoforza andranno via. È poi ritengo che in un Paese manifatturiero come l’Italia, l’istruzione professionale sia fondamentale».
Una prima azione concreta è stata al centro della riunione svolta con i dirigenti degli istituti. Vale a dire la valorizzazione dell’esperienza dei corsi quadriennali, da collegare in maniera virtuosa agli Its. Entro il 12 gennaio bisogna candidare alla valutazione del Ministero progetti per diplomare i ragazzi in quattro anni. Il vertice con i dirigenti ha avuto proprio l’obiettivo di stimolare le scuole a raccogliere la sfida.
«Il compito degli Its – ancora Chimisso a Primo Piano – è collocare almeno l’80% dei diplomati nel mondo del lavoro. E il lavoro, guardate, non è un concetto astratto. Con una politica efficace nella scuola si creano le condizioni per sviluppare l’occupabilità». Anche nell’ultimo report, Unioncamere evidenzia la difficoltà di trovare la manodopera ricercata, i profili necessari, per le imprese che intendono assumere (il cosiddetto mismatch, il mancato incontro fra domanda e offerta, è previsto in 48 casi su 100).
Per questo la dirigente dell’Usr evidenzia la necessità di potenziare i percorsi professionali, collegarli agli Its che potenziano e qualificano le competenze. «Bisogna lavorare sui nuovi mestieri che il mercato del lavoro molisano richiede per fare in modo che i giovani non lascino la regione possano mettere su famiglia qui, costruire qui la propria vita. In questo modo invertiremo il pernicioso trend demografico.
Chimisso è convinta: «Così si combatte lo spopolamento. Ce la possiamo fare. Alle famiglie e anche ai docenti dico: confidate sulla scuola, soprattutto perché è avamposto di cultura. Ecco, io immagino le scuole protagoniste del territorio, attrici dello sviluppo e che catalizzino gli studenti anziché disperderli».
Nella scuola molisana, ancora la dirigente Usr, «ho trovato persone preparate e so che posso contare su di loro. Se ho un obiettivo di politica scolastica so che mi aiuteranno a raggiungerlo. C’è pure una grande attenzione da Roma, dai dirigenti ministeriali, in termini di supporto».
Cosa le piacerebbe lasciare fra tre anni, un segno che la renderebbe orgogliosa del lavoro svolto? «Invertire la rotta dello spopolamento.. obiettivo più che ambizioso, lo so – ammette in conclusione Maria Chimisso – Ma mi piacerebbe che la scuola, insieme alla politica e non contro, si facesse interprete di questo processo».

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