«Una giornata difficilissima». Lo dice col sorriso che chiunque lo conosca gli attribuisce come tratto distintivo. «Ho mille pensieri…». Chi sa leggere “oltre” i mille pensieri di Luca Brunese (nella foto è insieme al prorettore delegato alle iniziative strategiche Giuseppe Peter Vanoli) li vede quasi tutti e intercetta un’emozione forte. È l’ultima inaugurazione dell’anno accademico del rettore radiologo.
Impossibile scindersi. Quando sei anni fa, allora direttore del dipartimento di Medicina, si candidò al vertice dell’Università degli Studi del Molise, promise a se stesso (i suoi collaboratori più stretti un ruolo nella promessa l’hanno sempre avuto) che avrebbe parlato sempre meno di sanità e di Medicina. In sei anni (Brunese è stato eletto a inizio maggio del 2019) però la sanità è diventata – giocoforza – il core business dell’ateneo. Perché il servizio regionale pubblico è ancora talmente claudicante da doversi appoggiare per non cadere rovinosamente. E Unimol è stato un bastone costante ed efficace.
Lui ha quindi “dovuto” (sacrificio non troppo pesante) continuare a parlare e pensare da radiologo. Amico del ministro della Salute Schillaci, componente del board dell’Iss, il prof è diventato il riferimento delle istituzioni locali. La sua moral suasion, la stima di cui gode a Roma e la facilità nei rapporti potrebbero essere elementi determinanti nelle decisioni del governo Meloni su un sostegno più concreto al Molise nel percorso complicato – ma oggi più che mai necessario – di uscita dal lunghissimo e dannoso commissariamento.
In via de Sanctis, Brunese ha costruito tanto altro. Un ateneo che in sei anni ha abbassato l’indice di sostenibilità dal 79,95% al 71,87%. Che ha raggiunto il più alto numero di corsi, di docenti. Gli iscritti quest’anno più o meno in linea con l’anno scorso. Gli studenti che gli tributano un saluto e un ringraziamento che non è di maniera. E la sua ultima inaugurazione da rettore navigata in acque pericolose alla fine condotta in porto con successo. Contestata la scelta dell’ospite d’onore, il ministro del decreto Sicurezza Piantedosi. Brunese non ha mai risposto fino a quel leggero accenno nelle interviste prima della cerimonia. Poi, dal palco, l’intervento del rappresentante del personale amministrativo e la prolusione della prof Corazza, consigliera del Presidente della Repubblica, sulle aree interne e le lacune dei nuovi investimenti. L’ateneo che si conferma luogo privilegiato di confronto fra idee differenti, fucina di classe dirigente, baluardo della libertà di espressione.
«Mai come in questi anni si è cementato davvero il rapporto tra l’Università e il territorio», tira le somme il radiologo che ha rischiato di diventare presidente della Regione. Nessuno si stupì più di tanto quando due anni fa autorevoli settori del centrodestra volevano candidarlo alla guida di Palazzo Vitale. Napoletano, certo. Ma da così tanti anni in Molise e da così tanti anni con un rilevante ruolo pubblico che nessuno gridò al tentativo di colonizzazione.
È rimasto al suo posto ed è diventato uno dei riferimenti del governatore Francesco Roberti. Si stimano, si rispettano. Perché i file della politica a Luca Brunese non difettano. Ha in questi anni messo insieme e fatto crescere una squadra, una governance, con l’occhio rivolto al “dopo”. A quando non sarebbe più bastato rattoppare – sia pure con stile e competenze eccellenti – gli strappi della sanità pubblica per consentire al Molise di restare regione autonoma. A quando sarebbe servito un ateneo più espansivo, capace di valorizzare il tessuto economico e produttivo locale per costruire la ripresa e mettere a frutto (oltre che a terra) gli investimenti. A cominciare dal Pnrr.
Il “dopo” è arrivato presto. Dicono, in tanti lo dicono, che il rettore radiologo non abbia lasciato nulla al caso. E che la successione (il successore) sarà all’altezza dei 40 anni dell’ateneo che ha l’ambizione – e il bisogno per il proprio futuro e quello del Molise – di vivere quelli che verranno sulla cresta dell’onda. Non più solo stampella, ma motore propulsivo.
rita iacobucci