Un presidio pacifico che però ha dato il benvenuto al ministro dell’Interno come ci si aspettava.
Rappresentanti del collettivo universitario, di associazioni e movimenti, ma anche alcuni amministratori locali, hanno partecipato all’assemblea che si è tenuta nel parcheggio dell’Unimol cantando “Bella ciao” all’arrivo di Matteo Piantedosi ed esponendo uno striscione che rimanda al testo de “La libertà” di Giorgio Gaber. Poi un dibattito sul ddl Sicurezza e sulle politiche del Governo Meloni. «Siamo convinti – hanno spiegato i promotori – del bisogno di costruire momenti di confronto, per sapere cosa comportano le norme del nuovo ddl sicurezza e tutte le politiche repressive messe in atto in questi due anni di legislatura del governo Meloni, che portano di fatto alla trasformazione del nostro ordinamento in uno stato penale di polizia. Di questo passo lo Stato sociale è sostituito dallo Stato penale. Di nemico in nemico, l’espulsione e la stigmatizzazione sociale e politica chiudono all’alternativa, alla lotta nel presente, al cambiamento del futuro».
Nei giorni scorsi oltre 200 persone avevano sottoscritto una petizione che contestava la presenza di Piantedosi all’ateneo molisano per l’inaugurazione dell’anno accademico.
«Io amo la democrazia e la libertà di pensiero e di manifestazione del pensiero, quindi guardo con molto rispetto anche a queste espressioni di discussione, di contrarietà», la risposta a distanza del titolare del Viminale. Ai cronisti che gli chiedevano un commento sulla manifestazione ha aggiunto, rispetto al ddl Sicurezza: «Un decreto che prevede maggiori garanzie rispetto a fenomeni come le truffe agli anziani, che prevede la possibilità di interventi più celeri rispetto a chi vede occupata la sua casa quando magari torna dopo 15 giorni di ricovero in ospedale Se un decreto ispirato a questo tipo di interventi viene visto come liberticida, io dico che, appunto, viva la libertà di manifestazione e di pensiero, ma noi la pensiamo diversamente e con noi credo anche gran parte degli italiani».

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