C’è un turno elettorale a cui molti, da settimane, guardano con curiosità e attenzione. Aspettano soprattutto il “post” per capire dove andrà l’ateneo del Molise, in che direzione e con quale velocità. Intanto ora questi “molti” sanno quando ragionevolmente conosceranno il nome del successore di Luca Brunese alla guida del rettorato di via de Sanctis.
Si voterà il 9 aprile 2025. Per candidarsi c’è tempo fino al 10 marzo. Lo ha stabilito ieri con decreto il decano Giovanni Musci, professore ordinario (di Biologia molecolare) con la più alta anzianità nel ruolo. Nei primi tre turni, già calendarizzati (9, 10 e 16 aprile) per essere eletti serve la maggioranza assoluta dei votanti. Eventualmente, è previsto anche un turno di ballottaggio (il 17 aprile). La decisione del decano, dopo aver sentito il Senato accademico.
Alle urne sono chiamati quasi in 400 (fra docenti, personale tecnico amministrativo e studenti). Uno spaccato significativo e, soprattutto, rilevante. In una regione alle prese con l’emergenza spopolamento che ne condiziona lo sviluppo economico e sociale, le scelte di chi vive l’ateneo sono in grado di proiettare il territorio in una dimensione più ampia e giocarsi una partita – oggi sì davvero lo è – fondamentale per la sopravvivenza in autonomia.
Le condizioni di contesto in cui cade l’elezione del nuovo rettore dell’Unimol non sono delle migliori. Alla mole imponente di finanziamenti al tempo del Covid si contrappone il taglio operato in Finanziaria al Fondo di finanziamento, fra le altre cose.
Da Luca Brunese il successore raccoglierà dunque un testimone non comodissimo. Una sfida prima che un testimone. Il prof orgogliosamente radiologo – a inizio anno si insedierà alla guida della società scientifica Sirm – lascia però un ateneo che ha voluto sostenibile e consapevole del momento, anche quindi delle opportunità offerte per esempio dai piani di investimento che interessano il Paese, il sistema della didattica e della ricerca, il Molise. Un ateneo pronto, con il leader giusto, a un ruolo più espansivo per la regione e più valorizzante per le potenzialità dei suoi tanti dipartimenti.
In maniera un po’ irrituale per le consuetudini degli atenei, il voto è fissato molto vicino al termine del mandato di Brunese, che scade a maggio. I motivi risiedono in ragionamenti, e composizioni di ragionamenti, interni all’Università. Negli equilibri, essenziali per il funzionamento di una macchina complessa, che il rettore venuto da Medicina è sempre stato bravissimo a mantenere. Resterà al quinto piano per sei anni pieni. E come è stato per lui, per il successore non ci sarà bisogno di coabitazione.

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