I suoni, i sorrisi e i colori del campus. Studenti ovunque ieri mattina a Campobasso, Pesche, Termoli. Le sedi accademiche dell’ateneo molisano invase da 1.800 studenti delle scuole superiori accompagnati a visitare aule, laboratori, biblioteca, PalaUnimol da giovanissimi quasi come loro, universitari e dottorandi “ciceroni” per un giorno.
Non solo percorsi didattici. L’Università si è “svelata” anche con appuntamenti musicali, ricreativi: l’apericena nel polo di Vazzieri a Campobasso e l’Astroparty in serata a Pesche.
Elemento caratterizzante e “polarizzante” per i media, l’incontro con i sindaci, i dirigenti scolastici e gli stakeholder nell’aula magna. Elemento caratterizzante per due motivi. Intanto perché in linea, come ha ricordato il rettore Luca Brunese aprendo i lavori, con il protocollo siglato da Crui e Anci per la seconda edizione della Giornata nazionale delle Università. E in definitiva perché l’ambizione di diventare partner non solo strategico (con la Regione il target è in buona parte raggiunto) ma capillare del futuro del Molise è un testimone che il “magnifico” uscente (Brunese non ama questo appellativo che è infatti sparito dai corridoi dell’ateneo) lascia al successore anche perché frutto del cammino condiviso durante il mandato. Candidato unico, il prof Giuseppe Vanoli, a cui non a caso e senza strappi al protocollo né imbarazzi di sorta è stato affidato il compito di tirare le somme al termine del confronto ieri mattina.
«Oggi è una festa. È la festa nella quale l’università apre le sue porte e riceve tantissimi studenti, la stima è di 1.800 iscritti nelle scuole di tutta la regione, in tutte le nostre sedi. Abbiamo pensato di far guidare il loro percorso da altri studenti, nostri studenti e dottorandi. Qualcuno ha detto che ho voluto chiudere col botto – ironico da par suo, il rettore “radiologo” – nel senso che è il mio ultimo Open Day. Invece no. È che il lavoro di squadra paga sempre, abbiamo discusso di quale fosse l’ipotesi migliore e il risultato ci sembra molto significativo».
Negli interventi si sono alternati amministratori regionali – l’assessore al Bilancio Cefaratti e la capogruppo Pd Fanelli – e locali. Fra gli altri i sindaci di Campobasso (Forte), Isernia (Castrataro), Casacalenda (Lallitto), Larino (Puchetti anche come presidente della Provincia di Campobasso), Agnone (Saia che è anche a capo dell’ente provinciale di Isernia), Castel del Giudice (Gentile). E la direttrice dell’Usr Chimisso.
«Bisogna chiedersi cosa i Comuni possono fare per l’università, per far crescere l’università. E cosa l’ateneo può dare ai Comuni. Sicuramente l’università può dare ai Comuni competenze e progettualità da sviluppare – la proposta della prima cittadina del capoluogo di regione Marialuisa Forte – Il Molise potrebbe diventare un grande campus volendo».
«Il rettore Brunese, ma anche chi verrà dopo di lui, ha iniziato a collaborare attivamente con tutti gli enti locali, in particolare, è normale che sia così, con i Comuni più grandi. Unimol è un’università diffusa, a Isernia – la richiesta del sindaco Piero Castrataro – ci aspettiamo che ci sia un ampliamento dell’offerta formativa perché l’università è importantissima per poter permettere ai nostri giovani di studiare, rimanere qui, creare impresa».
Dai servizi agli studenti, borse e trasporti, il confronto, primo punto di contatto con gli enti di maggiore prossimità ai cittadini, è stato ampio. Spunti importanti di riflessione nella relazione della prof di Demografia Cecilia Tomassini. Numeri che raccontano il Molise degli ultimi 20 anni almeno e sembrano condannarlo. Ma anche da un rapporto più solido fra Università e Comuni la XX Regione potrebbe trarre un punto di forza per rimanere tale (XX Regione) e magari, male non farebbe, trovare la strada per una svolta decisiva.
«Stiamo iniziando a sperimentare un modello nuovo per avvicinare gli studenti sempre più alla nostra realtà. Anche quello con i sindaci – la chiosa del professore Vanoli, al momento prorettore delegato alle iniziative strategiche dell’ateneo – è un primo momento di incontro che realizziamo per costruire con loro una relazione stabile che può riguardare sia l’aspetto formativo sia l’implementazione di progetti sul territorio. Una collaborazione che ci deve vedere costantemente insieme. Nomineremo, ad esempio, un nostro referente per ogni comune, in modo da poter continuare quello che oggi si comincia».

ritai

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*