“Il grido d’allarme lanciato da Gianmaria Palmieri a fronte dei rischi per la sopravvivenza del nostro ateneo, la cui importanza non sfugge a nessuno qui, sebbene condivisibile nella sostanza, non è condivisibile nell’impianto. Inaccettabile, poi, nella parte in cui rimprovera alla Regione di non tenere fede agli impegni”. Lo sostiene il governatore Paolo di Laura Frattura.
“Il rettore – commenta Frattura – recrimina alla Regione di sbandierare rassicuranti garanzie liquidando i problemi sul tavolo con la soluzione già in tasca ‘domani, domani, domani’, senza poi nulla di fatto. Il rettore sa che non è così. Sa, perché ne è stato testimone e protagonista, qual è il modo di procedere della nostra amministrazione: quantificare le risorse e rispettare i tempi. Non facciamo promesse sapendo di non poterle onorare”.
Secondo Frattura un’Università qualificata, dunque non a rischio sopravvivenza, è un’Università in grado di procedere con le proprie forze, in virtù dell’autonomia di funzionamento, che non sia rivendicata solo all’occorrenza.
“Un’Università qualificata – aggiunge – è un’Università in grado di mettere in campo idee e progetti di assoluta qualità, con l’attenzione necessaria, da sempre da noi invocata, al territorio e non un’Università che attende sempre e solo il ristoro della Regione. Siamo bravi tutti ad amministrare – sottolinea Frattura – chiedendo come atto finale l’intervento risolutivo da parte di terzi. Sono logiche inapplicabili, per fortuna di tutti. A fronte di questo, il rettore ancora sa bene quali sono i ruoli e i compiti dell’amministrazione regionale e quali quelli dell’Università, come si preserva l’autonomia dell’una e quella dell’altra, come si difende la sopravvivenza della prima e della seconda. Sa cosa spetta a lui e cosa spetta a noi, conosce i suoi doveri come conosce i nostri. L’indipendenza va corroborata con prove e atti che la rendano inattaccabile. Il lavoro che, entrambi, abbiamo davanti può essere condiviso o parallelo, dipende dalla volontà e dall’impegno di ciascuno. Gli ultimatum, anche quelli garbati, non portano a nulla. I problemi da fronteggiare e risolvere, per dare al Molise e ai giovani molisani le opportunità che meritano – conclude il governatore – non si concentrano nelle sedi e nelle facoltà da tenere in vita, nonostante la scarsa attrattività delle stesse o l’inesistente rispondenza alle richieste del mercato del lavoro. I problemi e la sfida stanno nella costruzione delle opportunità. Anche noi ci aspettiamo un cambiamento riconoscibile, evidente, premiante per il Molise prima ancora che per il resto”.