Una lettera aperta molto dura quella che reca in calce la firma dei rappresentati dei genitori della scuola di Mascione. Un atto di accusa forte nei confronti dell’amministrazione comunale di Campobasso. Il tema è quello dell’edificio della contrada del capoluogo chiuso mesi orsono e mai più riaperto perché non presenta i requisiti minimi di sicurezza richiesti per un plesso che ospita scolari.
I genitori, tuttavia, lasciano uno spiraglio agli amministratori di Palazzo San Giorgio: impegnativi concretamente, scrivono, sono così vi riabiliterete ai nostri occhi e a quelli della città.
Ecco il testo: «Gentili amministratori del Comune di Campobasso, la campanella sta per suonare. E non solo per i nostri bambini, anche per voi. Non si tratta di terrorismo psicologico, ma di comprensibile preoccupazione. E sapete per chi siamo preoccupati? Per i vostri piccoli concittadini, ai quali dovreste garantire, non solo per un obbligo di natura morale ma in base alla Costituzione ed alle leggi vigenti, l’incolumità personale e l’istruzione.
Non siamo così stupidi ed ignoranti da non capire che per costruire un edificio scolastico occorra stipulare un contratto di appalto, procedura sicuramente lunga e complessa, e che, prima ancora, si debbano reperire i relativi fondi.
Ma, allora, avete scherzato quando ci avete comunicato che erano stati stanziati 11 milioni di euro per ricostruire, tra gli altri edifici scolastici, anche quello di Mascione?
E poi, in base a quale ragionamento o valutazione di tipo politico avete spostato i fondi già stanziati in favore della scuola di Mascione verso un altro istituto scolastico?
È azzardato ipotizzare che speravate nella soppressione di questa scuola e, quindi, avete proceduto da subito a stornare le risorse?
E come mai, a distanza di un anno, solo ora e perché pressati da una recente richiesta di accesso agli atti, ci avete fatto sapere che per avere un prestito “Bei” occorrono almeno due anni?
Ora cosa farete per trovare i soldi? Pensate di vendere immobili comunali? Immaginiamo tempistiche brevi e folle di acquirenti potenziali (sic!). Oppure pensate di far ricorso ad un mutuo ordinario, nel qual caso non si poteva fare prima questo passo obiettivamente più agevole?
I concorsi di idee, le richieste ai genitori e persino ai bambini di immaginare e scrivere “La scuola che vogliamo”, le promesse di realizzare la nuova scuola entro due anni: balle, solo chiacchiere ingannatrici e tempo perso.
La realtà, quella vera che nel nostro caso avete millantato, è che fra qualche settimana i nostri figli saranno ospitati, per un altro anno ancora, presso l’istituto comprensivo “L. Montini” di Via Scarano che, paradossalmente, la relazione dell’Unimol ha decretato essere edificio da abbattere e ricostruire o da adeguare simicamente, come la scuola di Mascione. Vale a dire che siamo passati dalla padella alla brace.
Allora vi chiediamo un impegno concreto su questi punti: volontà politica, reperimento ad horas delle risorse necessarie, lavoro tecnico ed amministrativo da parte del personale del Comune, affidamento dei lavori, rapidità nell’esecuzione degli stessi.
Avrete cosi la possibilità di riabilitarvi ai nostri occhi e a quelli dell’intera cittadinanza».