Il deputato di Mdp Danilo Leva ha chiesto al presidente della Regione di andare incontro alle esigenze dei docenti molisani che, assunti per via della riforma, insegnano però fuori regione.
Al parlamentare un gruppo di insegnanti di sostegno della scuola primaria assunti con la fase B della legge 107/2015.
Gentile onorevole Leva, siamo un gruppo di insegnanti di sostegno della scuola primaria entrati di ruolo con la riforma renziana della “Buona Scuola”. Abbiamo letto l’esortazione che lei ha rivolto al presidente della Regione Molise circa i provvedimenti economici da prendere a favore degli insegnanti che in questi giorni sono stati costretti a lasciare la loro casa per prendere posto nelle regioni ove sono stati assegnati.
Abbiamo, inoltre, letto dell’impegno che lei vorrà prendere, nei prossimi giorni, con un’interrogazione parlamentare a sostegno degli insegnanti trasferiti.
Pur ringraziandola per l’interessamento nei nostri confronti, riteniamo che l’aiuto economico da lei proposto deve essere rivolto a tutti i lavoratori molisani e quindi anche a chi tra di noi ne ha diritto,
costretti ad “esodare” dalla nostra regione per mancanza di posti di lavoro o per perdita degli stessi, ma non riguarda noi per i quali l’emigrazione dal Molise si sarebbe potuta e dovuta evitare.
Ci saremmo aspettati da parte dei politici locali, all’indomani delle assurdità provocate dalla “Buona Scuola” renziana, un intervento per cercare di porre rimedio alle grandi ingiustizie di tale riforma ed evitare i trasferimenti ingiustificati.
Perché è da molti anni, ancor prima della riforma, che noi insegnanti di sostegno ci lamentiamo con le istituzioni e i sindacati molisani ai quali chiediamo un aumento dei posti per le assunzioni e, adesso, per i trasferimenti.
Da anni però assistiamo alle solite tiritere di chi procaccia posti di lavoro nella scuola. È da anni che loro affermano, quando vengono messe in atto le operazioni di assunzioni o di trasferimento, che nel Molise vi è una drastica riduzione dei posti da occupare. In effetti essi sono sempre più risicati (la riforma renziana non ha previsto nessun posto in Molise sull’insegnamento sostegno infanzia/primaria), ma puntualmente ogni anno assistiamo, a distanza di qualche settimana da queste operazioni, all’istituzione di nuove cattedre occupate con incarichi annuali da neo insegnanti che si ritrovano a ricoprire inaspettati e comodi posti che se istituiti a suo tempo sarebbero stati legittimamente occupati dal personale con notevoli anni di servizio. In questi giorni, purtroppo, siamo stati coinvolti nella partenza di tanti insegnanti che da anni hanno lavorato in questa regione ai quali adesso, pur avendo punteggi elevatissimi, viene negata la possibilità di lavorare in casa perché il loro destino è stato affidato a un banale algoritmo prima e adesso a graduatorie che sicuramente non tengono conto dell’anzianità di servizio.
Sono anni, onorevole Leva, che continuiamo ad affermare che i posti dell’organico di fatto, considerati “fluttuanti” dovrebbero essere trasformati in posti di organico di diritto perché posti reali da occupare.
Sono anni che chiediamo spiegazione del perché, se è vero che i posti sono sempre più limitati, si autorizza ancora l’Università del Molise ad organizzare corsi di specializzazione sull’insegnamento per il sostegno con numeri elevati di insegnanti ammessi ai corsi, visto che viene «stabilito e calcolato in base al fabbisogno regionale».
Nella sua lettera lei prende come esempio la Regione Puglia e la Sicilia. Noi ricordiamo ancora l’impegno del governatore Emiliano e dei politici pugliesi all’indomani dell’approvazione della riforma renziana e di come si sono spesi per favorire la permanenza degli insegnanti nella loro regione. E l’impegno dei politici pugliesi è ben visibile in questi giorni. Basta andare sul sito dell’Usp di Foggia e Bari per leggere i decreti emessi in data 30/08/2017 da quegli uffici. Senza regalare nulla, ma ottimizzando le operazioni sono stati istituiti un numero significativo di posti in deroga sul sostegno: ciò è stato fatto, dietro richiesta della politica locale, per evitare la partenza, al 1 settembre, di molti insegnanti.
Pertanto alla luce di quanto descritto, gentile onorevole, riteniamo che per la nostra problematica non serve prevedere fondi di sostegno ma solo la buona e onestà volontà da parte sua e dei suoi colleghi molisani di intervenire come sostiene «per evitare delle vere e proprie deportazioni».