Ieri il suono della prima campanella ha segnato il ritorno tra in banchi di 39mila studenti molisani. A Campobasso però l’inizio del nuovo anno scolastico è stato caratterizzato, un po’ come accaduto 12 mesi fa, da dubbi ed incertezze sulle condizioni degli istituti cittadini, uno su tutti il Montini di via Scarano, che oltre ai ragazzi della scuola media, ospita anche i piccoli della scuola di Mascione.
A mettere in agitazione i genitori, come è noto, l’esito della relazione dell’Unimol. Una ‘fotografia’ che ha spinto la dirigente Agata Antonelli a chiedere ulteriori garanzie al sindaco Battista. Il Comune sta lavorando ad un nuovo documento alla luce degli interventi di miglioramento sull’istituto terminati solo qualche settimana fa. Certificazioni, che – come ha riferito il primo cittadino – arriveranno a breve». Ieri mattina i genitori hanno manifestato le loro preoccupazioni alla dirigente Agata Antonelli e alcuni di loro sembrano intenzionati a voler richiedere un incontro con Battista per essere messi al corrente sulle reali condizioni di sicurezza dell’edificio. «Questa prima giornata è andata bene – ha commentato la dirigente del Montini – ci sono state delle perplessità iniziali ma in considerazione che il sindaco ha ritenuto che la scuola potesse essere riaperta il mio compito è quello di accogliere tutti gli alunni e dare loro tutta la serenità di cui hanno bisogno».
Critiche sulla gestione dell’emergenza scuola in città sono arrivate pure da Nicola Simonetti, referente regionale comitato Scuole Sicure Italia, nonché rappresentante del Consiglio d’istituto della Igino Petrone: «Gli studenti e gli scolari italiani, e soprattutto molisani, anche quest’anno continueranno ad abitare scuole, sempre le stesse, come se questo territorio a forma di stivale non fosse altamente sismico. Le istituzioni, come hanno sempre fatto, continueranno a far finta che gli edifici di loro proprietà, in cui ospitano il nostro futuro, siano sicuri. Ma hanno documenti che dicono e dichiarano altro», evidenzia Simonetti, ricordando che i genitori degli alunni di Campobasso «attendono da giugno 2017 otto studi di vulnerabilità dell’Unimol. I ritardi da addebitare non si sa bene a chi, come del resto, gli inizi lavori di adeguamento sismico alla, ormai famosa, Don Milani di via Leopardi.
I genitori molti, continueranno a preferire parole di rassicurazione invece che chiedere ed esigere valutazioni tecniche e scuole sicure per i propri figli, i molti non chiedono e non si informano, demandano non si sa a chi la sicurezza dei propri figli, pensano o sperano che nulla succeda, che nulla accada. Ma caso contrario, che mai avvenga, saranno i primi a chiedere le responsabilità penali e civili.
Le dirigenze scolastiche, convinte di non opporsi al potere della politica, continueranno a ripetere come un mantra che le loro scuole sono sicure. Ma basta consultare sul sito della Regione Molise i dati relativi alla famosa “carta di identità degli edifici scolastici” per scoprire quante norme non sono rispettate, e se fossero edifici civili e/o privati quante sanzioni si sarebbero riversate su proprietari e sugli stessi inquilini.
Gli insegnanti, seppur preoccupati, preferiscono tacere, se non in minime eccezioni, del resto le nuove norme scolastiche (leggi poteri del Dirigente) creano, loro, più di un’ansia. La nostra battaglia, quindi, non può che continuare. Continuerà fino a che a livello nazionale non si prenda davvero in considerazione una scuola in cui si vive ed in cui si impara. Dove i nostri figli si formano per comprendere, capire, e rispettare regole di vita e leggi dello Stato. Uno Stato che pensa, giustamente o meno, a vaccinarli, ma che li lascia “sotto rischio sismico”. Continuerà fino a che lo Stato, con i suoi Enti periferici, non prenda in carico la vicenda, fino a che lo Stato, seriamente non inizi una vera politica atta a stravolgere la situazione precaria e pericolosa degli edifici scolastici. Le piccole battaglie, combattute localmente e vinte, in poche e sparute parti d’Italia, non possono bastare, molto c’è da fare, anche, e soprattutto nel nostro Molise e nelle nostre principali cittadine: Campobasso, Isernia, Termoli, etc. Non si può aspettare un sindaco o un presidente di provincia illuminato per star sicuri. Non deve essere il caso a stabilire ciò che si deve perentoriamente fare in tutta Italia. Questa la nostra lotta. Questa la finalità. Siamo stufi di parole vuote e di frasi retoriche. Non si salvano vite con le parole o con le preghiere. Dopo la tragedia di San Giuliano di Puglia tutto sarebbe dovuto cambiare. Ma agli italiani e all’Italia bastano le parole. Ad oggi, complessivamente, per una ricostruzione non del tutto completata, sono stati spesi ai valori attuali oltre 6 miliardi di euro. La scuola riinizia, anche con l’augurio delle Istituzione preposte, che ci indirizzano all’innovazione!!! In quali edifici adeguatamente autosufficienti e sicuri?! Ragazzi, studenti e scolari, un caro augurio e che possiate essere e diventare migliori di noi».