È stato inviato negli uffici del Comune ieri mattina: la squadra di ingegneri Unimol guidata dal professor Carlo Callari ha consegnato l’esito dello studio di vulnerabilità sismica sull’asilo nido di via Verga. Un ‘verdetto’ di cui ancora non si conoscono i dettagli, probabilmente se ne saprà di più nelle prossime ore dopo che i tecnici comunali avranno studiato il documento. All’appello, dunque, mancano ancora la scuola materna di via de Gasperi, quella di via Jezza e di via Tiberio, la Francesco D’Ovidio di piazza della Repubblica e la primaria di via Gramsci. Ma intanto non si spengono le polemiche sulla gestione dell’edilizia scolastica dell’amministrazione Battista. A puntare il dito è il consigliere pentastellato Simone Cretella che riaccende i riflettori sulla scuola di via Crispi: «Oltre due mesi fa, l’Università del Molise ha reso noto l’esito dello studio di vulnerabilità relativo all’edificio scolastico di via Crispi/via Berlinguer, il plesso che attualmente ospita due scuole materne, quella, per l’appunto, di via Crispi, e quella “esodata” di via D’Amato.
L’esito delle indagini, come noto agli addetti ai lavori, evidenziò criticità significative tanto da suggerire all’amministrazione, affinché venissero individuate le soluzioni più appropriate per il futuro, di sviluppare una serie di ulteriori indagini ed importanti verifiche, anche in considerazione dell’assenza di sufficiente documentazione sull’edificio, risalente al 1980.
Tra le criticità evidenziate dall’Unimol, oltre ai fisiologici limiti strutturali legati alle normative in vigore all’epoca di realizzazione, risulta particolarmente preoccupante il rischio di “sfondellamento” dei solai, per il quale veniva raccomandata l’esecuzione di attente verifiche per escludere ogni genere di rischio a breve termine, anche in assenza di fenomeni sismici; in sostanza, per scongiurare fenomeni simili a quelli già verificatisi di recente presso la Scuola Montini, dove solo fortuite circostanze evitarono gravi conseguenze a seguito dello “sfondellamento” di una parte del solaio.
L’insieme delle indagini da effettuare sull’asilo di via Crispi, suggerite dal team dell’Unimol, avrebbero quindi dovuto mettere in condizione l’amministrazione di valutare l’opportunità di intervenire con ulteriori lavori di miglioramento sismico sull’edificio oppure orientarsi definitivamente verso l’abbattimento e la ricostruzione; una tesi, quest’ultima, preferita dall’amministrazione che ha già inserito l’intervento nella programmazione pluriennale delle opere pubbliche.
Ma nell’attesa che una nuova scuola prenda il posto della vecchia (con tempi inevitabilmente molto lunghi ….), resta da gestire la delicata problematica di un edificio ritenuto ad “elevata vulnerabilità” ma regolarmente frequentato da due scolaresche materne e sul quale l’amministrazione non ha ritenuto di dover effettuare nessun intervento con carattere d’urgenza nonostante lo studio specialistico dell’Unimol ne raccomandasse l’esecuzione.
Sorprendono, infatti, i tempi fin troppo comodi con i quali l’ufficio Lavori Pubblici comunale starebbe analizzando le criticità e valutando il “da farsi”; in particolare, a distanza di circa due mesi e mezzo, i tecnici starebbero ancora effettuando dei sopralluoghi di verifica, che sarebbero “in via di conclusione”, come riferito solo pochi giorni fa dal sindaco in risposta ad una specifica interrogazione consiliare.
In attesa di acquisire e conoscere ogni dettaglio delle relazioni tecniche dei sopralluoghi di verifica effettuati dai tecnici comunali in questi ultimi settanta giorni, viene da sè chiedersi se davanti all’esito di uno studio di vulnerabilità così severo ed ad un rischio definito dai tecnici “non trascurabile” quale quello dello sfondellamento dei solai, non sarebbe stato il caso di intervenire tempestivamente e verificare la tenuta degli stessi nel giro di poche ore ed in assenza dei bambini, anziché dilazionare i sopralluoghi per oltre due mesi (in data 27/04/2018 il sindaco ha riferito, in Consiglio comunale, di “sopralluoghi ancora in via di conclusione”) , un lasso di tempo francamente incomprensibile data la delicatezza della materia e la grande apprensione, nonché il desiderio di trasparenza, più volte manifestato dalle famiglie campobassane».

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