Il 31 ottobre scorso il Molise ha ricordato il sacrificio di 27 alunni e della loro maestra Carmela Ciniglio morti sotto le macerie della loro scuola a San Giuliano di Puglia. Sono passati 17 anni da quella tragedia, ma le statistiche ci dicono che per la sicurezza nei luoghi della formazione c’è ancora tanto da fare. Se si consulta l’Anagrafe regionale del’edilizia scolastica si scopre infatti che dei 365 edifici censiti il 73% non risulta adeguato alla normativa antisismica, il 36% è privo della verifica sismica, il 64% non ha il certificato di agibilità-abitabilità, mentre per il 42% degli stabili non esiste il certificato di collaudo statico e il 24% non risulta nemmeno accatastato. Senza tralasciare il fatto che in taluni casi sono presenti barriere architettoniche che impediscono il regolare svolgimento di tutte le attività, con pregiudizio all’integrazione scolastica.
Oltre a risultare inadeguati alla normativa, negli edifici scolastici, molto spesso – rilevano Cigl, Cisl e Uil Scuola – i rischi derivano dalla carenza di docenti e personale Ata, in particolare di collaboratori scolastici. Succede anche che in alcuni casi, un singolo collaboratore sia chiamato a vigilare su un intero piano (o addirittura su un intero plesso) senza riuscire garantire in modo adeguato la vigilanza agli alunni. E se il lavoratore si ammala e deve per forza assentarsi o chiede un permesso per un familiare? In questi casi «tutto il sistema entra in crisi, visto che la L.190 del 2014 prevede l’impossibilità di conferire supplenze brevi e saltuarie, per la sostituzione dei collaboratori scolastici, nei primi sette giorni di assenza».
Ed è in questo contesto che i sindacati confederali inseriscono la tragedia accaduta un mese fa a Milano, dove un bimbo di appena sei anni è caduto dalla tromba delle scale della scuola che frequentava ed è morto. Una notizia che ha destato profondo sgomento in tutti gli operatori scolastici del Paese.
«Per richiamare la massima attenzione e denunciare i rischi a cui è soggetto chi studia e lavora in edifici inadeguati, con organici precari e insufficienti – fanno sapere Cgil, Cisl e Uil – su nostra sollecitazione le Rsu delle scuole del Molise hanno organizzato assemblee sindacali che si sono svolte in tantissime scuole (Campobasso, Termoli, Isernia, Venafro, Agnone Riccia, Baranello, Montenero, Colli al Volturno, Vinchiaturo). Altre ancora sono state programmate, tanto che la fine della campagna di assemblee (inizialmente prevista per l’8 di novembre) è stata prorogata a tutto il mese di novembre. Il quadro che è emerso, denunciato dai lavoratori, è sconfortante».
La sicurezza – ribadisce la Triplice – è un diritto. Per questo il sindacato chiama alla mobilitazione perché venga cambiata la legge anche se da oggi c’è la nota del Miur, la n.2116 del 30 settembre scorso, che autorizza i dirigenti scolastici a nominare il supplente nel caso in cui non si riesca a garantire l’incolumità e la sicurezza degli alunni. Ma sulla politiche scolastiche è necessario un cambio di rotta, avvertono i confederali che riportano il caso del Molise dove in dieci anni sono stati tagliati 508 posti Ata, tra cui 328 collaboratori scolastici, mentre i plessi e i punti di erogazione del servizio sono rimasti sostanzialmente gli stessi e sono notevolmente aumentati i carichi di lavoro e le molestie burocratiche cui è soggetto il personale.
«Più volte abbiamo denunciato le colpe di una politica spesso distratta sulle sofferenze delle scuole, ora è necessario agire, per porre rimedio a una situazione grave e pericolosa per alunni e i lavoratori nelle scuole. Per questa ragione – annunciano Cgil, Cisl e Uil Scuola – saranno messe in campo forme di pressione e mobilitazione, nazionali e regionali, al fine di indurre il Governo e le Istituzioni regionali a fare scelte in discontinuità rispetto alle politiche relative all’Istruzione, all’Università e alla Ricerca. Una prima iniziativa nazionale, sarà la riunione dei direttivi unitari in programma a Roma, al teatro Quirino, mercoledì 20 novembre, a cui prenderanno parte anche le segreterie regionali, in modo da rappresentare le istanze della scuola molisana».
ppm

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