Da qualche anno a questa parte, è l’affanno consueto di questo periodo per chiunque sieda al quinto piano della facoltà di Economia (il rettorato): rispondere alle domande dei giornalisti sulla classifica Censis che punisce Unimol sintetizzandone la performance nella parte bassa della classifica dei piccoli atenei. Come al suo predecessore, a Luca Brunese quindi tocca commentare il ‘fanalino di coda’ confermato: anche nel rapporto 19/20 chiudevano Unisannio e Unimol.
Premessa d’obbligo, perché gli indicatori presi a riferimento spiegano i risultati: nel giudizio che esprime il Censis pesano molto i dati di contesto in cui operano le università, non è un caso che fra gli ultimi ci siano spesso quelle del Sud. Questa particolare rilevazione Censis, per quanto autorevole, non tiene conto «della didattica, della ricerca che sono ovviamente – sottolinea il rettore Brunese – fattori importantissimi all’interno dell’ateneo».
Cosa valutino gli esperti del Centro studi presieduto da Giuseppe De Rita lo si comprende anche dalla sintesi del rapporto: nella classifica dei piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti) difende la sua prima posizione Camerino, con un punteggio complessivo pari a 93,5. Scala la classifica di quattro posizioni l’Università Mediterranea di Reggio Calabria che, grazie a un incremento di 20 punti dell’indicatore relativo alle strutture, realizza un punteggio complessivo di 83,8 sorpassando così l’Università di Foggia, terza in classifica con 83,7 punti. E così via.
Rispetto all’edizione 2019, Unimol vede migliorare il suo punteggio per la comunicazione e i servizi digitali, le strutture (in entrambi i casi guadagna la metà classifica) e le aule, parametri «che dipendono strettamente da noi». Spulciando la classifica generale, per l’informatica e le tecnologie ict Unimol precede La Sapienza, Milano e Tor Vergata. Per l’area letterario umanistica, è messa ancora meglio, a metà classifica e prima – solo per fare un esempio – di Firenze.
Tornando alla graduatoria dei piccoli, l’ateneo molisano perde dieci punti riguardo all’occupabilità dei suoi laureati, su cui evidentemente l’ateneo può incidere meno. Brunese rileva pure che si tratta di dati di due anni fa. «Siamo già molto migliorati in quest’ultimo periodo e sicuramente vedremo l’anno prossimo anche i risultati di questo miglioramento, pure per quello che riguarda le analisi di contesto legate al territorio», si dice convinto.
Commentando il rapporto Censis, il Pd con la capogruppo Fanelli chiede alla giunta Toma di essere al fianco di Unimol «con un piano di comunicazione adeguato capace di valorizzare un’Università che, nel dopo Covid, potrà offrire, a condizioni invariate, sia la formazione in presenza che la didattica a distanza, con la consapevolezza che gli studenti potranno optare per la prima nella più totale sicurezza», di investire sui servizi a partire dal trasporto e favorire la riduzione dei costi «per tutti gli studenti molisani e per coloro che, nel riorganizzare la loro vita post pandemia, sceglieranno di ritornare a studiare nella loro regione».

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