Gli appelli si susseguono ormai da giorni. Non solo gli insegnanti e gli studenti, ma ora anche le famiglie dei ragazzi si uniscono al coro della protesta. La sensazione sempre più diffusa è che la scuola in presenza, seppur al 75%, non sia sicura per gli studenti del Molise. Ieri, per il secondo giorno di fila, i ragazzi delle superiori di Campobasso hanno disertato le aule chiedendo alla Regione di prolungare la didattica a distanza. Nonostante il potenziamento dei trasporti – non sempre sufficiente, soprattutto a Termoli – il timore dei possibili contagi resta. A Campobasso, ad esempio, seppure sui mezzi si siano rispettate tutte le prescrizioni sul distanziamento e i mezzi non sono apparsi affollati, qualche disagio in più si è creato alle fermate, con piccoli assembramenti in attesa delle navette. «Nella giornata di lunedì – ha evidenziato uno dei rappresentanti di istituto delle scuole superiori del capoluogo – nonostante la protesta, si sono verificate situazioni di rischio soprattutto sui pullman che arrivano dai paesi limitrofi. Eppure più della metà degli studenti era rimasta a casa. Noi non chiediamo di non fare lezione, solo di proseguire la dad fino a quando la situazione epidemiologica non consenta un rientro in sicurezza». Nel mirino degli studenti l’andamento del virus nazionale e regionale, tenendo conto che all’8 gennaio il Molise contava un indice Rt di 1.27, tale quindi da appartenere ad una zona rossa, e considerando la situazione ospedaliera della regione. Secondo i ragazzi è evidentemente imprudente la scelta di riaprire in modalità alternata le scuole. «Per questo abbiamo presentato la richiesta di continuare in maniera costante la didattica a distanza al 100 % fino agli inizi di febbraio del corrente anno, o fin quando i dati in nostro possesso non saranno sufficientemente rassicuranti, in modo tale da evitare che la cultura possa subire un arresto, ma che continui invece a fluire nei singoli in totale sicurezza».
Anche sui social impazza la polemica. Tanti genitori hanno annunciato che i propri figli resteranno a casa per evitare che i rientri in classe possano scatenare potenziali focolai all’interno delle mura domestiche. Secondo molti neppure le aule sono sufficientemente ampie per garantire il giusto distanziamento. Inoltre, in molte scuole i ragazzi fanno lezione con le finestre aperte. Una situazione inaccettabile per il clima campobassano.