«Per ragioni indipendenti dalla volontà dell’Istituto, connesse alla mancata integrale liquidazione di somme dovute da parte della Regione Molise, il pagamento degli emolumenti relativi al mese di febbraio avverrà integralmente fino a un importo netto massimo di 2mila euro». Questa la comunicazione che il Neuromed ha inviato al personale e alla rappresentanza sindacale aziendale.
Un atto di accusa all’ente accreditante, la Regione. Uno shock per i dipendenti dell’istituto di ricerca e cura specializzato in neurochirurgia, anche perché la decisione sottende un contenzioso di lunga data e recenti riproposizioni, che si trascina cioè irrisolto da tempo. Negli ultimi mesi la controversia si è spostata sull’extrabudget realizzato nel 2019 per i pazienti extraregionali: gli importi sono arrivati alla Regione, dopo la compensazione con gli altri enti, ma Palazzo Vitale non può pagare se il tavolo tecnico – che ha sempre avuto una posizione nettamente contraria allo sforamento dei tetti contrattuali – non autorizza. E si tratta di milioni di euro.
È anche, questo, un cortocircuito in termini di comunicazione: l’Irccs di Pozzilli, di proprietà della famiglia dell’onorevole Aldo Patriciello, è il primo centro privato accreditato del Molise, con una mobilità attiva pari all’80% circa e centinaia di unità di personale.
Gli importi superiori a 2mila euro, prosegue la nota del presidente del Neuromed Giovanni de Gaetano, saranno liquidati temporaneamente fino a quella cifra. La comunicazione si conclude con le scuse per il disagio e la ‘certezza’ di una «celere risoluzione».
Il caso, di per sé eclatante, è deflagrato dopo l’intervento della segretaria generale della Uil Molise Tecla Boccardo che già qualche settimana fa aveva puntato il dito contro la Regione, rea di essere «cattivo pagatore» nei confronti delle strutture sanitarie private convenzionate.
«Il Neuromed ha comunicato che non potrà pagare il 100% dello stipendio, ma soltanto un importo pari a 2mila euro netti, perché la Regione Molise ancora una volta non ha pagato all’Irccs quanto dovuto per le prestazioni effettuate». Quel che si legge nella nota, aggiunge la sindacalista, «desta preoccupazione perché si mettono a rischio imprese ma soprattutto posti di lavoro cominciando dallo stipendio. Questo avviene per logiche e scelte incomprensibili, logiche che non conosciamo ma che chiediamo vengano affrontate e superate ai tavoli giusti. Logiche – evidenzia – che non c’entrano nulla con il diritto alla salute e che non possono ricadere sui lavoratori». La richiesta della Uil alla Regione è dunque di trovare una soluzione con urgenza anche perché, precisa, «ci era stato detto che la situazione si sarebbe risolta a breve e invece non è così. Saremo al fianco dei lavoratori e metteremo in campo ogni azione possibile in difesa del diritto del lavoratore a percepire lo stipendio», conclude Boccardo.

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